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REGNO UNITOPer Londra perdere la scuola è peggio del virus

23.08.20 - 21:54
Secondo i ricercatori, in Inghilterra i contagi nelle scuole elementari sono stati rarissimi.
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Fonte ats
Per Londra perdere la scuola è peggio del virus
Secondo i ricercatori, in Inghilterra i contagi nelle scuole elementari sono stati rarissimi.
Dalla riapertura delle aule, in giugno, si sono infettati solo 70 bimbi e 128 fra insegnanti e personale scolastico

LONDRA - Perdere la scuola per i bambini e i ragazzi fa più danni del coronavirus: ne sono convinti nel Regno Unito, dove a rafforzare la posizione del premier Boris Johnson arrivano ora anche le parole del capo consigliere in materia sanitaria del governo, Chris Whitty. A suo parere, le possibilità che i bambini muoiano di Covid-19 sono «estremamente basse» a fronte del «danno» arrecato all'infanzia dalla prolungata assenza dai banchi di scuola.

Affermazioni - mentre in molti Paesi d'Europa ci si confronta con il rebus della riapertura e dei rischi connessi - confortate da uno studio dell'agenzia governativa britannica Public Health England (Phe). Secondo i ricercatori, in Inghilterra i contagi nelle scuole elementari sono stati rarissimi, e dalla riapertura delle aule in giugno si sono infettati solo 70 bimbi e 128 fra insegnanti e personale scolastico, pari allo 0,01% del totale. Conclusioni: «È più facile che i bambini si prendano il virus a casa che a scuola».

E se la Germania ha già riaperto le scuole, la stessa linea sembra voler essere seguita anche in Francia. La scorsa settimana lo Snuipp, il principale sindacato degli insegnanti elementari, ha chiesto il rinvio dell'inizio dell'anno per consentire agli insegnanti di prepararsi, ma il ministro dell'educazione Jean-Michel Blanquer ha escluso nei giorni scorsi questa ipotesi.

L'inizio dell'anno scolastico avverrà «per tutti il primo settembre», ha ribadito. E questo nonostante i numeri da record della seconda ondata che ha colpito il Paese. Tra sabato e domenica, i casi confermati di coronavirus in Francia sono aumentati di 4897 unità rispetto ai 3602 di sabato. È il livello giornaliero più alto dalla fine del lockdown a maggio e porta il totale a circa 280'000 contagi.

Intanto anche a livello globale la pandemia non sembra voler rallentare: sono almeno 805'470 i morti in tutto il mondo secondo un rapporto dell'agenzia di stampa Afp. Gli Stati Uniti restano sempre i più colpiti, in termini di numeri assoluti, con almeno 176'371 morti. Seguono Brasile (114'250), Messico (60'254) e India (56'706). Preoccupa in particolare la curva di quest'ultimo Paese: la seconda nazione più popolosa ha superato la soglia dei tre milioni di persone contagiate.

E dopo aver in gran parte tenuto sotto controllo il suo focolaio, anche la Corea del Sud è tornata alle restrizioni per contenere una nuova emergenza. Locali notturni, bar karaoke e spiagge sono stati chiusi, ci sono rigidi paletti su raduni e servizi religiosi e le mascherine per il viso sono obbligatorie nelle aree pubbliche di Seul.

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