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STATI UNITILa Corte Suprema americana dice no ai licenziamenti motivati dall'orientamento sessuale

15.06.20 - 18:37
Biden: «Un altro passo nella nostra marcia verso l'uguaglianza per tutti, ma non abbiamo ancora finito».
Keystone
Un attivista festeggia davanti alla Corte Suprema americana
Un attivista festeggia davanti alla Corte Suprema americana
Fonte Ats
La Corte Suprema americana dice no ai licenziamenti motivati dall'orientamento sessuale
Biden: «Un altro passo nella nostra marcia verso l'uguaglianza per tutti, ma non abbiamo ancora finito».

WASHINGTON - Un lavoratore non può essere licenziato per via del suo orientamento sessuale o della sua identità di genere: lo ha deciso la Corte Suprema degli Stati Uniti, stabilendo che la legge federale deve proteggere da ogni discriminazione sul lavoro. La decisione è stata presa a maggioranza, 6 a 3, con il presidente della Corte, John Roberts, e il giudice conservatore Neil Gorsuch che hanno votato con i giudici di nomina democratica.

La sentenza afferma che il titolo VII del "Civil Rights Act" del 1964 protegge non solo dalla discriminazioni basate sulla razza o la religione ma anche da quelle basate sull'orientamento sessuale o sull'identità di genere. Dunque, protegge anche il lavoratori Lgbtq (Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transgender e Queer). Viene quindi riconosciuto che lì dove la legge parla di 'sesso' non ci si riferisce solo alla potenziale discriminazione delle donne.

Biden: «Una decisione nella direzione dell'uguaglianza» - «La decisione di oggi è un altro passo nella nostra marcia verso l'uguaglianza per tutti. La Corte Suprema ha confermato l'idea semplice ma profondamente americana che ogni essere umano deve essere trattato con rispetto. Ma non abbiamo finito qui»: così il candidato democratico alla Casa Bianca ed ex vicepresidente Joe Biden ha commentato la sentenza della Corte Suprema.
 
 

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