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ITALIA«Grazie per il Covid che tutti i giorni ci porti»

23.04.20 - 21:06
Il messaggio dei vicini a un'infermiera toscana. La condanna del presidente della Toscana: «Siamo tutti con lei»
keystone-sda.ch (archivio)
«Grazie per il Covid che tutti i giorni ci porti»
Il messaggio dei vicini a un'infermiera toscana. La condanna del presidente della Toscana: «Siamo tutti con lei»

CAPANNORI - Non può che lasciare l’amaro in bocca e un certo dispiacere quanto accaduto a Damiana Barsotti, un’infermiera di 48 anni, residente a Capannori, nella provincia di Lucca. La donna - come raccontano oggi i media italiani - dopo aver fatto ritorno a casa dal lavoro negli scorso giorni ha trovato nella propria buca delle lettere un messaggio di “ringraziamento” lasciato da qualche vicino. Ma di certo non era il tipo di ringraziamento che poteva aspettarsi.

«Grazie per il Covid che tutti i giorni ci porti in corte. Ricordati che ci sono anziani e bambini, grazie», si legge sul foglio, scritto grossolanamente al computer e abbandonato fra la posta. Senza ovviamente alcuna firma.

Damiana, che presta servizio da quasi 30 anni nel reparto malattie infettive dell’ospedale di Lucca, ha deciso di rendere pubblico l’accaduto, segnalandolo anche alle forze dell’ordine. «Non è che uno si aspetta un grazie, ma sinceramente ci sono rimasta male. Quel messaggio mi ha ferito. Mi sono sentita denigrata. Sanno che faccio l'infermiera e mai avrei pensato che mi prendessero di mira per il mio lavoro», ha raccontato.

Fortunatamente, la solidarietà non ha tardato a mostrarsi. La direzione aziendale, il dipartimento infermieristico e ostetrico dell'Asl Toscana nord ovest, così come il sindaco di Lucca (già ricoverato nelle scorse settimane per Covid-19) e lo stesso presidente della Regione Toscana Enrico Rossi hanno espresso - rispettivamente - parole di vicinanza per l’infermiera e di condanna per l’accaduto. «È una ferita per tutti i suoi colleghi e per tutti noi. Oggi voglio dire soprattutto che siamo tutti con Damiana», ha detto Rossi.

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COMMENTI
 

Verbania 3 anni fa su tio
Questo caso non è così grave come quello dell’infermiera francese e famiglia costretti a traslocare dai padroni di casa, che abitavano sopra di loro. Le hanno tolto l’elettricità, l’acqua, la via cavo,... e altre angherie (rumore il mattino presto) per liberarsene. La famiglia ha trovato solo alloggi separati. Numerose in Francia anche queste lettere anonime, minatorie, tanto che la polizia ha invitato il personale sanitario a sporgere denuncia.

sedelin 3 anni fa su tio
il frutto dell'ignoranza alimentata dalla paura ma anche il frutto della paura alimentata dall'ignoranza.

Um999 3 anni fa su tio
Risposta a sedelin
Questo è il frutto dell’ignoranza ben detto, aggiungerei magari del catastrofismo dell’informazione. Avrei una osservazione che non ho sentito in nessun servizio: ma sono tutti morti per COVID-19 le persone che sono venute a mancare? Nessuno per anzianità, nessuno per tumore o malattia rara? O ulteriori scenari che la vita ci riserva? Solo COVID-19? Come citava un caro amico mio: se scopriamo il vaccino del COVID-19 diventiamo immortali. Quindi rafforzo il tuo scritto: ignoranza pura al quadrato.

vulpus 3 anni fa su tio
Risposta a Um999
E quanti sono deceduti, senza che venissero contati nella tragica statistica?

Mattiatr 3 anni fa su tio
Risposta a Um999
In Svizzera l'aspettativa di vita è di circa 83,6 anni, quindi chi vive di più è un'eccezione alla regola? Chi tragicamente muore dopo questa età è a causa del virus o di una regolazione naturale? È giusto o sbagliato? Queste sono domande da porre alla singola moralità, che una volta era data dalla fede, ogni morto risorgeva in nuova vita. Oggi? Ogni morto è morto e basta? Dopo ci sarà qualcosa? Bisogna fare in modo di riscattare la morte con una vita migliore per chi sopravvive? Tante domande sulla quale in molti giocano, ma in pochi rispondono.

Mattiatr 3 anni fa su tio
Risposta a vulpus
Harukichi Shimoi, il camerata samurai, noto per essere il giapponese che combatté tra le file italiane durante la seconda guerra mondiale scrisse poesie poi note sopra tutto durante il periodo fascista. Notava come i soldati provassero orgoglio nel morire per la patria, malgrado nessuno avrebbe mai ricordato il loro nome. Diciamo che una lezione che si può imparare è che chi è morto non resusciterà, ma bisogna far in modo che tale sacrificio non sia stato vano. Gli italiani hanno dovuto provarlo due volte prima di capirlo, a noi spetta fare in modo che ciò ci migliori come persone. È nostro dovere limitare i danni che questa situazione ci porterà, in tutti gli ambiti, per in futuro prepararci e poter superare di peggio. In fondo se qualcosa deve andar male, lo farà (oppure andrà peggio).

seo56 3 anni fa su tio
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