I ricercatori dell'Università delle Nazioni Unite mettono in guardia dall'arrivo di uno «tsunami di povertà»
NEW YORK - La lotta alla povertà nel mondo potrebbe fare un drammatico balzo indietro di 30 anni, a causa del coronavirus.
Lo afferma una ricerca pubblicata dal World Institute for Development Economics Research dell'Università delle Nazioni Unite. I toni sono molto netti: ci potremmo trovare di fronte a «uno tsunami di povertà», ha dichiarato al Guardian il co-autore Andy Sumner.
Il professore di Sviluppo internazionale al King's College di Londra ha avvertito che l'impatto della crisi economica, conseguenza delle misure prese per bloccare il diffondersi del virus, «sarà piuttosto devastante». Ci potremmo trovare presto di fronte a «un incremento molto esteso della povertà globale, che potrebbe portare il mondo intero indietro di 10 anni e alcune aree addirittura di 30 anni». Gli scenari, da quello più lieve al più pessimistico, sono stati fatti a partire dai dati della Banca mondiale sul denaro pro capite giornaliero speso in meno nel mondo. Anche partendo da un calo dei consumi del 5%, si tornerebbe alla situazione del 1990.
Per questo motivo i ricercatori avvertono i leader mondiali ad azioni urgenti per salvaguardare le fasce più vulnerabili della popolazione. Lo studio, nella sua proiezione più catastrofica, rileva che il numero di persone povere potrebbe aumentare di 420 o addirittura 580 milioni di unità rispetto agli ultimi dati a disposizione, risalenti al 2018.
A questo proposito Oxfam, confederazione di ong che si occupano di combattere la povertà globale, chiede un piano di aiuti economici da 2500 miliardi di dollari, necessario per «mantenere a galla e comunità più poveri». Inoltre, sempre secondo Oxfam, sarebbe necessaria la cancellazione di 1000 miliardi di dollari del debito pubblico delle nazioni in via di sviluppo. Lo stesso importo andrebbe dirottato in una riserva internazionale finalizzata a migliorare i vari sistemi sanitari. Una condizione necessaria per evitare che il Covid-19 faccia migliaia di morti nei paesi più fragili.
Sumner aggiunge poi che bisogna evitare il rischio che troppe persone restino impantanate in una situazione di povertà di lungo periodo. Il professore britannico si interroga poi sul modo in cui il Covid-19 influirà sul progresso degli obiettivi di sviluppo sostenibili fissati dall'Onu nel 2015, come l'accesso universale alla sanità.