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MONDOLe mascherine anti-coronavirus danno «un falso senso di sicurezza»

29.01.20 - 14:56
Nel frattempo il virus è stato riprodotto in laboratorio: è una «svolta significativa» soprattutto in chiave diagnosi precoce
keystone-sda.ch / STF (DIEGO AZUBEL)
Dubbi sull'efficacia delle mascherine protettive contro il coronavirus.
Dubbi sull'efficacia delle mascherine protettive contro il coronavirus.
Le mascherine anti-coronavirus danno «un falso senso di sicurezza»
Nel frattempo il virus è stato riprodotto in laboratorio: è una «svolta significativa» soprattutto in chiave diagnosi precoce

MELBOURNE - Vanno a ruba, ma le mascherine sono realmente sufficienti per proteggerci dal coronavirus? «Indossarle può dare un falso senso di sicurezza» ha dichiarato al Financial Times Bill Keevil, professore di salute ambientale all'università di Southampton.

Non a caso l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) non le ha inserite tra gli strumenti utili per frenare l'epidemia. Il consiglio di Keevil è di puntare soprattutto su una buona igiene. 

Riprodotto il virus - Una novità importante sul fronte coronavirus arriva dall'Australia: un team di scienziati ha ricreato il virus in laboratorio per la prima volta al di fuori della Cina.

Si tratta di una «svolta significativa», come l'hanno definita gli specialisti di Melbourne che hanno sviluppato una copia, ricevuta venerdì, del virus estratto da un paziente infetto. «Ci eravamo preparati a una situazione simile per molti, molti anni ed è per questo che abbiamo fornito una risposta così velocemente» ha dichiarato il dottor Mike Catton del Peter Doherty Institute for Infection and Immunity. I colleghi cinesi avevano riprodotto la sequenza genetica, ma non il virus stesso.

Cosa comporta questa scoperta? La copia del coronavirus sarà usata come "materiale di controllo" per i test «e cambierà le carte in tavola per quanto riguarda la diagnosi». Compresa la possibilità d'identificare precocemente il virus, anche in quelle persone che l'hanno contratto ma che non manifestano ancora i sintomi. Ma non solo: «Un test anticorpale ci consentirà di testare in modo retrospettivo i pazienti sospetti in modo da poter tracciare un quadro più accurato di quanto sia diffuso il virus» ha aggiunto il dottor Canton.

Il tasso di mortalità - Gli studi in corso in Australia e Cina potrebbero portare anche alla creazione di un vaccino, anche se è ancora prematuro stilare una tempistica. Prima di tutto, precisano sempre dal Peter Doherty Institute, occorre stabilire il reale tasso di mortalità del virus.

Al momento gli scienziati lo ritengono meno letale della Sars: quest'ultimo virus uccideva il 10% delle persone infette, mentre con il coronavirus ci si ferma al 2-3%. L'influenza stagionale, giusto per fare un paragone, ha un tasso inferiore allo 0,1% ma colpisce così tante persone da causare circa 400mila decessi l'anno in tutto il mondo.

Il periodo d'incubazione - L'Oms non ha ancora stabilito con certezza il periodo d'incubazione: si va dai 2 ai 10 giorni, ma secondo qualche esperto si può arrivare alle due settimane. Studi in laboratorio hanno dimostrato che il coronavirus può sopravvivere fino a quattro giorni su materiali comuni come plastica, vetro e acciaio.

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