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MONDONovelli Lupin e i furti d'arte più clamorosi di sempre

27.11.19 - 08:01
Il colpo messo a segno lunedì al Residenzschloss di Dresda è solo l'ultimo di quelli perpetrati dai "topi da museo" in tutto il mondo
Keystone (archivio)
Novelli Lupin e i furti d'arte più clamorosi di sempre
Il colpo messo a segno lunedì al Residenzschloss di Dresda è solo l'ultimo di quelli perpetrati dai "topi da museo" in tutto il mondo

DRESDA - Ladri che si calano dal tetto di un museo e ne escono con dipinti del valore di milioni di euro, imbianchini che si nascondono nei magazzini e rubano il ritratto più celebre della storia dell’arte, ovvero la Gioconda, novelli Diabolik mascherati che si introducono di soppiatto nel Louvre approfittando del guasto dell’allarme di sicurezza per far man bassa di opere d’arte: sembrano storie prese da film d’avventura come Ocean’s Eleven o fiction alla Arsenio Lupin, ma è la realtà. Il furto di gioielli messo a segno l’altro giorno al Residenzschloss di Dresda è solo uno dei tanti colpi clamorosi messi a segno dai topi di musei e mostre nel corso della storia. Italia, Olanda, Inghilterra, Norvegia: i delinquenti agiscono ovunque e con le modalità più disparate. Lo sanno bene anche in Svizzera: al museo Buehrle di Zurigo nel febbraio del 2008 tre uomini con il viso coperto da passamontagna e con indosso abiti scuri riuscirono a sottrarre quattro quadri di Cézanne, Degas, Van Gogh e Monet, dal valore complessivo di 163 milioni di dollari. Fortunatamente, i dipinti 'Campo di papaveri a Vetheuil' di Monet e 'Ramo di castagno in fiore' di Van Gogh furono ritrovati nel 2006.

Travestimenti  Non di rado i ladri ricorrono a travestimenti, come nel caso del furto del valore di 300 milioni di dollari (quadri di maestri olandesi come Veermer e Rembrandt e del francese Manet) che si registrò all’Isabella Stewart Gardner Museum di Boston nel marzo del 1990, quando due ladri in uniforme da poliziotti riuscirono a farla franca introducendosi durante la notte e dicendo alle guardie di aver ricevuto una chiamata di emergenza prima di ammanettarli e provvedere al furto.

Occhio al cielo - Spettacolare fu il furto della Biga di Morgantina, struttura in bronzo del 450 avanti Cristo, rubata nel giugno del 2017 con un elicottero dalla volta della cappella della famiglia Sollima nel cimitero monumentale di Catania. Una volta imbragata la biga è stata sollevata con elicottero e poi messa su un camion. Successivamente è stata divisa: la carrozza è stata nascosta in un garage nel Catanese, i due cavalli occultati in una stanza «segreta». L’opera, del valore di oltre 2 milioni di euro, è stata poi ritrovata lo scorso ottobre.

Attenti al tetto Come in un fumetto invece nel dicembre del 2002 dei ladri smaliziati sono entrati dal tetto di vetro del museo Van Gogh di Amstedam, usando una corda e una scala come nelle celebri evasioni dalle carceri dei secoli scorsi, e hanno rubato due quadri dal valore inestimabile: "Vista della spiaggia di Scheveningen con tempo di tempesta", del 1882, e la "Chiesa riformata di Neunen", del 1884.

All'asta come oggetti smarriti – Nel caso del furto di un quadro di Paul Gauguin intitolato "Fruits sur une table ou nature morte au petit chien" e del dipinto di Pierre Bonnard "La femme aux deux fauteuils", ossia la "Donna con due poltrone", che furono rubati a Londra negli anni 70, di clamoroso c’è soprattutto come furono ritrovati. Le due tele erano state acquistate da un operaio Fiat di origini siciliane nel 1974, a un'asta delle Ferrovie dello Stato sugli oggetti smarriti e ritrovati. I quadri erano finiti nella stazione di Torino dopo essere stati caricati su un viaggio proveniente da Parigi e, rimasti sul vagone, erano stati ritrovati dal personale di bordo che li aveva accantonati nel deposito. L'uomo aveva pagato i due capolavori appena 45 mila delle vecchie lire, senza sapere nulla del loro valore artistico ed economico. L'opera di Gauguin ha un valore compreso tra i 15 ed i 35 milioni di euro, mentre quella di Bonnard si aggira intorno ai 600 mila euro.

Come si riciclano le opere d'arte? - Secondo Interpol, l'Europa è il mercato di destinanzione prevalente della maggior parte delle opere rubate e questo a prescindere da dove si sia verificato il furto, ma come si riciclano le opere d’arte rubate? Una percentuale importante di questi gioielli finisce nelle mani di boss mafiosi. Ad esempio gli investigatori della Dia rimasero a bocca aperta quando, nel 2009, trovarono a casa di Beniamino Zappia, referente della famiglia Bonanno di New York e dei Cuntrera-Caruana di Toronto, decine di dipinti dal valore inestimabile: Guttuso, De Pisis, De Chirico, Morandi, Dalì, Sironi. Quadri e reperti sono, per le mafie, un bene rifugio in cui reinvestire con grande facilità i proventi di estorsione e traffici di droga. Archeomafie è un termine che identifica organizzazioni criminali che, utilizzando il metodo mafioso, operano nel settore degli scavi clandestini, del furto, oltre che nel traffico internazionale di opere d’arte e reperti archeologici. L’attività delle archeomafie si compone di una serie di passaggi di cui il furto ne rappresenta quello primario e più evidente; attraverso il mercato clandestino le opere trafugate finiscono nelle mani di spregiudicati collezionisti. Poi ci sono i committenti misteriosi che ricomprano le opere rubate a un decimo del loro reale valore economico. Da quando esistono i social anche Facebook e eBay sono territorio di smercio, con parole in codice, per opere rubate.

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COMMENTI
 

francox 4 anni fa su tio
"al museo Buehrle di Zurigo nel febbraio del 2008 tre uomini con il viso coperto ........ , i dipinti 'Campo di papaveri a Vetheuil' di Monet e 'Ramo di castagno in fiore' di Van Gogh furono ritrovati nel 2006." Cavolo, una magia.
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