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BOLIVIAIn Bolivia «urgono elezioni»

17.11.19 - 09:31
Le sollecita l'inviato dell'Onu nel Paese sudamericano, dove dall'inizio delle proteste sono morte 23 persone
Keystone
In Bolivia «urgono elezioni»
Le sollecita l'inviato dell'Onu nel Paese sudamericano, dove dall'inizio delle proteste sono morte 23 persone

LA PAZ - Svolgere nuove elezioni e riallacciare il dialogo: sono queste le raccomandazioni fatte dall'inviato dell'Onu Jean Arnault alla presidente boliviana ad interim, Jeanine Áñez. Lo riferisce l'agenzia di stampa statale Abi.

Secondo fonti del Palazzo di Vetro il compito di Arnault sarà quello di appoggiare gli sforzi del governo della presidente per reperire un accordo politico fra le parti in conflitto e rendere viabili «elezioni trasparenti, inclusive e credibili».

«A partire da subito - ha dichiarato Arnault - cominceremo ad incontrare una molteplicità di attori politici e sociali per conversare sui principi della nonviolenza, della pacificazione, e della necessità di un dialogo urgente, ed anche di come contribuire nel modo migliore possibile per l'obiettivo desiderato di celebrare elezioni libere e trasparenti».

Da parte sua l'ambasciatore dell'Unione europea in Bolivia, León de la Torres, che farà parte del team incaricato della mediazione, ha dichiarato: «Crediamo che sia fondamentale stabilizzare il Paese, recuperare la calma, superare la violenza, produrre l'inizio di una riconciliazione nazionale, e soprattutto che si facciano i primi passi certi per la convocazione delle elezioni».

23 morti dall'inizio delle proteste - La Commissione interamericana dei diritti umani (Cidh) ha confermato che nove persone sono morte e 122 sono rimaste ferite venerdì scorso negli incidenti in Bolivia fra manifestanti e forze di sicurezza vicino a Cochabamba.

Questo ha elevato a 23 il numero delle persone uccise e a 715 il numero dei feriti dall'inizio delle proteste dopo lo svolgimento delle elezioni presidenziali il 20 ottobre scorso. La Cidh ha affermato che l'alto numero di vittime è frutto della «repressione combinata di forze di polizia e dell'esercito».

La stessa Commissione ha condannato il governo di Añez per aver emesso un decreto che esenta da ogni responsabilità penale i soldati che prendano parte alla repressione delle proteste.

La norma è stata approvata alla vigilia del giorno più violento dall'inizio della crisi, quando almeno otto coltivatori di coca pro-Morales sono stati uccisi dalle forze di sicurezza durante una manifestazione. «Non è una licenza di uccidere per le forze armate», ha detto il ministro della Presidenza Jerjes Justiniano in una conferenza stampa.
 
 

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