Cerca e trova immobili

BRASILE / SVIZZERAIncendi in Amazzonia: «Il clima della Terra è in pericolo»

23.08.19 - 06:05
Nel polmone verde del pianeta si registra un record di roghi. Un esperto del Politecnico di Zurigo spiega che cosa si rischia
Keystone
Immagine satellitare di un rogo a sud-ovest di Porto Velho
Immagine satellitare di un rogo a sud-ovest di Porto Velho
Incendi in Amazzonia: «Il clima della Terra è in pericolo»
Nel polmone verde del pianeta si registra un record di roghi. Un esperto del Politecnico di Zurigo spiega che cosa si rischia

BRASILIA / ZURIGO - Il numero record di incendi che sta colpendo la foresta amazzonica preoccupa sempre di più l'opinione pubblica. Dall'inizio dell'anno a oggi, sono stati registrati 75mila roghi in Brasile. Più della metà ha interessato l'Amazzonia. Si tratta di un +80% rispetto all'intero 2018. Ne abbiamo parlato con il professor Tom Crowther, esperto di cambiamenti climatici presso il Dipartimento di Scienze dei sistemi ambientali del Politecnico di Zurigo.   

Signor Crowther, che cosa pensa quando vede le foto degli incendi in Amazzonia? 
Mi spezzano il cuore. A bruciare è l’ecosistema più pregevole del mondo, dotato di una biodiversità unica.

La foresta pluviale è considerata il polmone verde del pianeta. Quanto sono gravi questi roghi?
Il clima della Terra è in pericolo. Un simile incendio non solo libera nell’atmosfera la CO2 immagazzinata dalla foresta, ma riduce anche la capacità di assorbire altra CO2. Se la foresta pluviale brucia, le temperature sulla Terra aumentano.

Che cosa succederebbe se la foresta amazzonica scomparisse?
Non vorremmo più vivere su questo pianeta. Il rischio è una catastrofe climatica: farebbe molto più caldo, conosceremmo gravi siccità e inondazioni. È uno scenario ipotetico che speriamo non diventi mai realtà.

Nei giorni scorsi, commentando le immagini degli incendi, il consigliere nazionale socialista Cédric Wermuth ha scritto «Questa è la crisi climatica». È d’accordo?
È difficile determinare l’origine dei roghi. Si tratta di una combinazione di fattori politici e cambiamento climatico. Da un lato, il presidente brasiliano Jair Bolsonaro ha permesso ai contadini di disboscare usando il fuoco. Dall’altro, la foresta pluviale diventa sempre più calda e secca e ciò porta a un aumento della frequenza e dell’intensità degli incendi. Gli incendi boschivi sono piuttosto naturali e ricoprono un ruolo importante in un ecosistema, ma se sono di questa portata quest’ultimo non ha la possibilità di riprendersi.

Bolsonaro punta il dito contro le Ong ambientaliste, sostenendo che siano le sospettate principali per gli incendi, che vogliano così danneggiare la sua immagine...
Questo è ridicolo. È vero, le Ong si oppongono a Bolsonaro, ma il loro unico obiettivo è la tutela della foresta pluviale.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 

GI 4 anni fa su tio
ovvio che la temperatura salga....spenti gli incendi, tornerà tutto come prima ?

patrick28 4 anni fa su tio
Bolsonaro, Salvini, Trump, Putin da prendere a sbattere in carcere !!!!

sedelin 4 anni fa su tio
bolsonaro nel fuoco!

miba 4 anni fa su tio
Con il MERCOSUR, di cui il Brasile è l'attore principale, l'Unione Europea partecipa ad un accordo internazionale di libero scambio volto ad aumentare decisamente le importazioni agricole in cambio di qualche Airbus e qualche auto tedesca. L'80% della deforestazione dell'Amazzonia in Brasile è dovuto all'espansione dell'industria zootecnica. Questo perché non viene detto??

daniele77 4 anni fa su tio
Non so se sia più pazzo Bolsonaro che permette la deforestazione oppure questi qui sotto che tirano in ballo le scie chimiche e vari complotti...

Thor61 4 anni fa su tio
Risposta a daniele77
Non sono le scie chimiche il problema, ma i DOLLARONI che la cina e non solo, stanno facendo girare alla grande e, senza che ci sia una opposizione da parte degli altri stati UE in primis, i locali che ci hanno provato li hanno uccisi a milgliaia. Ma greta è ita negli USA a "Salvare" il pianeta, a mio parere a sbagliato nazione!!! Saluti
NOTIZIE PIÙ LETTE