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LUGANOLugano: la famiglia uguale per tutti

30.03.21 - 10:52
Raffaella Soffiantini, (49) Marianna Meyer (36) Cristiano Poli Cappelli, Tatjana Ibraimovic (26) - candidati PLR
PLR
Lugano: la famiglia uguale per tutti
Raffaella Soffiantini, (49) Marianna Meyer (36) Cristiano Poli Cappelli, Tatjana Ibraimovic (26) - candidati PLR

LUGANO - È mattina, una donna con dei bambini aspetta l'autobus che la porterà a un nido per il bambino più piccolo; poi a scuola per il bambino più grande che fa le elementari. Lo stesso autobus la porterà al lavoro. Probabilmente questa donna è sola e svolge un lavoro mal pagato e a tempo parziale. O forse non ha più un lavoro: le sue possibilità di trovarne uno sono scarse e potrebbe essere costretta, perciò, a sopravvivere con gli aiuti sociali. Probabilmente è intrappolata in una situazione in cui non può acquisire, né migliorare le qualifiche richieste dal mercato del lavoro: ne sarà esclusa per un periodo piuttosto lungo.

Un recentissimo studio dimostra che il 18,6% per cento delle famiglie luganesi non raggiungerebbe il fabbisogno vitale senza aiuti da parte dello Stato. Inoltre, lo studio dimostra che tra le famiglie più a rischio vi sono quelle monoparentali, ovvero le famiglie in cui un solo genitore debba provvedere alla sua famiglia: nell’80% dei casi, questo genitore è una donna. Queste famiglie, sempre più numerose, sono tra le più colpite dalla povertà e quindi da un disagio e un’incertezza economica a cui bisogna trovare delle soluzioni e presto. A questa fragilità economica si ricollega quella vulnerabilità trasversale che tocca molti livelli: il senso di abbandono, la preoccupazione per il futuro dei propri figli, il timore per la propria capacità di soddisfare le esigenze della famiglia.

Aggiungiamo a queste considerazioni statistiche una valutazione di tipo più concreto: nel nostro mondo lavorativo, la donna, soprattutto se mamma, è particolarmente svantaggiata. Quando entra in gioco la discrezionalità dei datori di lavoro, la macchina delle pari opportunità si inceppa e si riaffaccia la discriminazione uomo-donna, quella reale, che si scontra con i poetici proclami e con le annuali donazioni di mimose.

È necessario fare qualcosa di più concreto e realizzabile a breve termine per dare, quantomeno, un segnale di vicinanza, di presenza, pur con consapevolezza che molti problemi non hanno soluzioni immediate. Proposte concrete e realizzabili in breve tempo ne abbiamo:

Rimettere al centro il lavoro: Creare un programma di reinserimento professionale dedicato alle famiglie monoparentali, con facilitazioni nell’accesso alla formazione, stage, mentoring e opportunità di lavoro concrete. Il Comune di Lugano dovrebbe impegnarsi a creare un programma di mentoring e coaching da introdurre nel già esistente LuganoNetWork e Spazio Lavoro con delle basi teoriche e la possibilità di fare esperienza in seno alla propria amministrazione o in accordo con i datori di lavoro esterni. Questo renderebbe le famiglie monoparentali meno fragili e si darebbe la possibilità di acquisire esperienza e competenze per facilitare il reinserimento, aiutando a rendere questi nuclei famigliari più autonomi e con minor bisogno di assistenza sociale.

Facilitare la conciliazione famiglia-lavoro: mentre il servizio extrascolastico di Lugano è presente abbastanza capillarmente sul territorio, gli asili nido lo sono di meno. Il problema sorge anche per quanto riguarda le rette inaccessibili, specie per chi ne ha più bisogno. Abbiamo già proposto di eliminare o ridurre significativamente la retta per i nidi, per chi ha redditi bassi. Sarebbe un aiuto concreto, essenziale e realizzabile.

Aiutiamo a rendere le nostre famiglie, monoparentali e non, autonome! Diamo una chance in più a chi cerca di ripartire con motivazione, determinazione e un impegno non indifferente!

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