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BELLINZONA250 parole per riempire un teatro vuoto

13.01.21 - 09:30
Flavio Stroppini ci proverà giovedì 14 gennaio al Teatro Sociale Bellinzona
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250 "Semplici parole" riempiranno il Teatro Sociale Bellinzona giovedì 14 gennaio.
250 "Semplici parole" riempiranno il Teatro Sociale Bellinzona giovedì 14 gennaio.
250 parole per riempire un teatro vuoto
Flavio Stroppini ci proverà giovedì 14 gennaio al Teatro Sociale Bellinzona

BELLINZONA - Saranno 250 "Semplici parole", quelle che risuoneranno giovedì 14 gennaio, dalle 18 alle 23, all'interno del Teatro Sociale Bellinzona.

Flavio Stroppini ne leggerà per ore il significato, all'interno della sala vuota, in un rito di condivisione che verrà trasmesso su numerose pagine Facebook, su vari canali YouTube e sul sito de LaRegione. 

Flavio Stroppini si è chiesto dove questo profondo cambiamento, dettato dalla situazione pandemica attuale, ci potesse portare, dopo averci scaraventato in un mare in tempesta. E ha pensato che in tutto questo continuo rumore fatto di sfoghi, notizie, opinioni e preghiere, servisse un linguaggio comune per ritrovare la rotta. Così da settembre Flavio Stroppini e i suoi collaboratori hanno cercato attraverso i social parole che raccontino il mondo che stiamo vivendo.

Si dice che per riuscire a iniziare a comunicare abbiamo bisogno di un vocabolario di almeno 250 parole. Il 14 gennaio, quasi un anno dopo l’inizio della pandemia, in solitudine, sul palco vuoto del Teatro Sociale Bellinzona, Flavio Stroppini dopo averle scelte e rielaborate in un personale vocabolario le leggerà. Collegato al mondo attraverso il web, 1 minuto e un po’ a parola, faticando per più di cinque ore, cercando a modo suo di fare qualcosa per tornare a parlare, assieme, la stessa lingua.

«Ci piace pensare che la sera del 14 gennaio 2021 parta, dal Teatro Sociale di Bellinzona, un messaggio di comunità, di attenzione, di fratellanza» spiega Stroppini. «Ci saranno parole condivise, parole che creeranno discussione, ci sarà una piazza in un teatro vuoto, per cercare di capirsi. Saremo collegati con il mondo, che entrerà, a sorpresa, a mostrarci i suoi “attimi”, ci saranno gli interventi musicali di Andrea Manzoni, ci sarà un flusso di parole cercate e restituite. Mi sembrava l’unica cosa che potessi fare in questo periodo. Cercare un linguaggio comune, per non perderci».

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