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CANTONEIl Festival internazionale di narrazione di Arzo alla sua ventesima edizione

12.08.19 - 06:00
La rassegna - in programma dal 29 agosto al 1. settembre - si distingue per la sua proposta ricca e articolata, pensata per tutte le fasce d’età: bambini, giovani e adulti
Il Festival internazionale di narrazione di Arzo alla sua ventesima edizione
La rassegna - in programma dal 29 agosto al 1. settembre - si distingue per la sua proposta ricca e articolata, pensata per tutte le fasce d’età: bambini, giovani e adulti

ARZO - In programma dal 29 agosto al 1. settembre la 20esima edizione del Festival internazionale di narrazione di Arzo: da sempre la rassegna si caratterizza per la sua proposta ricca e articolata, pensata per tutte le le fasce d’età: bambini, giovani e adulti.

Ed è proprio ai giovani spettatori che sono dedicati i lavori delle attrici Naya Dedemailan e Monica Ceccardi. Domenica 1. settembre alle ore 16.15 Naya Dedemailan è in scena, per la regia di Roberto Anglisani, con "Se mi Amy". Lo spettacolo risponde al desiderio dell’artista di riflettere sul mondo adolescenziale e sulle sue fragilità, attraverso la creazione di spettacoli potenti e vitali. Con "Se mi Amy", l’attrice, affronta il tema della dipendenza da alcool, di cui sono vittima i due giovani protagonisti, Elen ed Alan. La scena si anima con la loro fragilità e la loro lotta, con le sfiancanti battaglie, le piccole vittorie e le brucianti ricadute. Sullo sfondo, come compagna di viaggio, con la sua voce e la sua parabola tragica, c’è Amy Winehouse. Il progetto è sostenuto da Radix Svizzera Italiana, associazione per la promozione della salute e la lotta contro le dipendenze, e dal Festival internazionale di narrazione di Arzo.

Sabato 31 agosto, alle ore 18.30, debutta ad Arzo lo spettacolo "Il taccuino di Simone Weil", dal romanzo di Guia Risari, per la regia di Irene Fioravante, con Monica Ceccardi, prodotto da Bam!Bam! Teatro in collaborazione con Mab Ensamble. In scena, in un monologo dedicato ai ragazzi, l’attrice narra  ̶  attraverso il racconto della sua vita e dei suoi viaggi  ̶  una delle più grandi pensatrici del Novecento: Simone Weil. La storia della filosofa che si fece operaia, combattente e insegnante è un invito ad attivare l’intelligenza, a non cedere all’omologazione, a reclamare il diritto al rispetto e alla dignità. Lo spettacolo è un potente omaggio alla libertà di pensiero e a «una figura fragile nel corpo, ma immortale nelle idee».

 

 

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