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LUGANOOrme Festival: l'arte che lascia il segno

29.05.19 - 06:00
Da giovedì 30 maggio a domenica 2 giugno Teatro e Studio Foce diventano una fucina di idee e spunti creativi
Orme Festival: l'arte che lascia il segno
Da giovedì 30 maggio a domenica 2 giugno Teatro e Studio Foce diventano una fucina di idee e spunti creativi

LUGANO - Da giovedì 30 maggio a domenica 2 giugno il Teatro e lo Studio Foce di Lugano ospitano Orme Festival.

La vita è creatività, estro e fantasia. L’essere umano da sempre ricerca, tra i suoi bisogni, l’approfondimento culturale, in un movimento che lascia una traccia, delle orme. E non ha importanza
la forma della nostra impronta, sia essa formata da due piedi uniti, dal timbro di una stampella o dalla scia di una carrozzina: ogni persona, se lo desidera, deve poter esprimere la propria creatività, al di là di ogni impedimento di natura fisica.

Nel 2019 Orme Festival continua la collaborazione con il network nazionale IntegrArt. Grazie a questa rete il festival partecipa alla selezione di due spettacoli di arte inclusiva di portata internazionale che vengono presentati in Svizzera in occasione dei quattro festival partner. Le diverse proposte artistiche, gli incontri con gli artisti, i vari workshop e le discussioni che ruotano attorno al tema dell’inclusione, permetteranno di ampliare la visione del significato delle parole “diversità”, “fragilità” e “dignità”. 

Di seguito una panoramica su alcuni degli eventi proposti: si parte giovedì 30 maggio dalle 19 allo Studio Foce con Talenti imprevedibili di ZHdK / Teatro Danzabile (CH). L'accesso all'educazione artistica costituisce una base importante per la partecipazione culturale delle persone con disabilità, non solo come spettatrici e spettatori, ma anche come interpreti sul palcoscenico. Il primo e più importante passo in questa direzione è stato compiuto grazie al progetto di ricerca “DisAbility on Stage”, un progetto del Fondo Nazionale Svizzero per la ricerca scientifica (FNS) presso l'Institute for the Performing Arts and Film (IPF) della Zürcher Hochschule der Künste (ZHdK). In questo contesto, si sono svolti due laboratori teatrali caratterizzati dall'esemplare collaborazione tra studenti del Bachelor e del Master e artisti con disabilità.

Il corso di laurea del BA Contemporary Dance presso la ZHdK ha il coraggio di inserire per la prima volta nel curriculum di una scuola d’arte svizzera un laboratorio teatrale da eseguire ogni due anni. Il modulo è rivolto sia agli studenti del BA Contemporary Dance che agli artisti con disabilità provenienti dalla Svizzera. Nell'ambito di questo laboratorio teatrale s’incontreranno persone che non potrebbero essere più diverse. Ma è proprio questa eterogeneità che porta alla curiosità e al desiderio di trovare un linguaggio comune che generi fiducia e funga da base per creare una realtà comune. Si crea così un senso di libertà che rappresenta una necessità indispensabile per l'emergere dell'arte performativa. La coreografia sviluppata nell'ambito dello Stage Lab 2019 viene ora presentata durante Orme Festival.

Dalle 21 va invece in scena In fondo agli occhi della Compagnia Berardi Casolari. "In fondo agli occhi" è uno spettacolo di nuova drammaturgia che affronta le tematiche della crisi e della malattia da questa prodotta e derivata. L’indagine parte e si sviluppa da due differenti punti di vista: uno reale, in cui la cecità, malattia fisica, diventa filtro speciale attraverso cui analizzare il contemporaneo, e l’altro metaforico, in cui la cecità è la condizione di un intero paese rabbioso e smarrito che brancola nel buio alla ricerca di una via d’uscita. La malatia di Gianfranco è una maniera autentica e necessaria di condividere empaticamente il nostro tempo. Una metafora attraverso cui raccontare la crisi, in quanto fonte di dolore ma al contempo di opportunità per rivalutare l’essenziale e mettersi in gioco in prima persona, svelando ciò che si è così come si è. Inevitabile quindi affrontare l’aspetto complementare della malattia: la cura, reale esperienza che Gabriella, in scena e nella vita, vive. Come ogni punto di forza può essere nella vita punto di debolezza e allo stesso modo la fragilità, in scena, può divenire perno su cui esprimere tutto il proprio potere. È nata così la voglia di costruire ciò che sta in fondo ai nostri occhi, un affresco contemporaneo. Il drammaturgo Gianfranco Berardi è stato il vincitore del Premio Ubu 2018.   

Venerdì 31 maggio dalle 17 al Teatro Foce toccherà a Meet Fred dello Hijinx Theatre (UK). Fred è il pupazzo di stoffa che combatte ogni giorno i pregiudizi. Vuole solo essere un ragazzo normale, parte del mondo reale, trovare un lavoro e incontrare una ragazza, ma quando viene minacciato di perdere il PLA (Puppetry Living Allowance, Indennità di vita per il teatro di figura), la vita di Fred inizia a sfuggire al suo controllo. La relazione di dipendenza e interdipendenza che esiste tra Fred e i suoi burattinai è la stessa identica situazione in cui molte persone con disabilità affrontano la loro vita quotidiana. I parallelismi tra la vita per un burattino e gli artisti con disabilità di apprendimento sono evidenti. Un messaggio politico serio, presentato con ilarità e reso ancora più grottesco attraverso gli occhi dell’eroe fantoccio Fred.

Sabato 1° giugno, invece, il programma prevede Une bouche di e con Lila Derridj alle 20 al Teatro Foce. L'assolo “Une bouche" è l'utopia di una donna con un corpo unico e allo stesso tempo un'ode a tutte le sue possibilità. È anche un grido che dimostra che il pensiero collettivo su un corpo ideale è discriminatorio. In "Une bouche", la bellezza è squilibrata e il potere è nella fragilità. La ballerina Lila Derridj invita a seguire le trasformazioni di un corpo sensuale che si tuffa nelle sue libertà riscoperte. Ciò che a prima vista potrebbe sembrare una barriera, in definitiva, consente un nuovo e diverso modo di essere.

Segue alle 21.15 Solo for Maria, con Maria Domingos Tembe (MZ). "Solo for Maria" racconta la storia di donne in Mozambico che vivono in uno stato di tensione tra felicità individuale, norme sociali e violenza reale. Sulla base della propria biografia, la performer Maria Domingos Tembe affronta il pubblico con il suo repertorio di movimenti e mina le abitudini visive. In un'interazione sublime, non solo si espone agli occhi del pubblico, ma li contraccambia con grande intensità. Coreografata da Panaibra Gabriel Canda, negozia poi i diritti delle donne, le esperienze di violenza e le danze contro le regole restrittive e le attribuzioni sociali. Crea un'atmosfera inconfondibile di intensa e implacabile intimità e vicinanza. Con "Solo per Maria", Maria Tembe e Panaibra Gabriel Canda hanno creato due brevi assoli che osservano lo status delle donne nel mondo.

Domenica 2 giugno, infine, si parte alle 14 al Teatro Foce con In attesa di un buon momento dei Giullari di Gulliver (CH). Di fronte a ciò che è inimmaginabile possiamo dare vita a personaggi ingenui, cortesi e dotati di una certa purezza di cuore, perché anche loro fanno parte di noi. Ad essi è dedicato questo spettacolo, perché la forza dell’integrazione sta nel contenere in sé il concetto di reciprocità: bisogna andare verso l’altro, ci si completa a vicenda. Questo fa sì che il teatro diventi uno spazio alternativo, rivoluzionario, dove un altro luogo, quasi un altro mondo, è possibile, in cui l’ascolto è un principio fondamentale.

Il programma si conclude con Ma vie sans bal di Danses en l’R - Île de la Réunion (RE). In questa conferenza-danzata, Eric Languet e Magali Saby affrontano in modo leggero e disinibito la disabilità in tutte le sue dimensioni: sociale, simbolica, filosofica e poetica. Con un'esperienza di 15 anni nella danza integrata, ci mostrano movimenti e parole della loro visione, al tempo stesso realistica, provocatoria e commovente, dei mondi che incontriamo sotto il termine generico di "Handicap". «Ho il desiderio di condividere il ballo con tutti i tipi di persone che sono considerate anormali, le fondamenta di questo insegnamento permette a tutti di essere al meglio delle sue capacità con la visione della disabilità che sottende questo approccio. Quali sono le implicazioni personali, sociali e politiche dell'attuazione di questa visione? Non abbiamo risposte o lezioni pronte da dare qui, ma io e Wilson vogliamo riflettere su un'esperienza umana che va ben oltre lo studio della danza» ha dichiarato il coreografo e autore del testo Eric Languet.

Orme Festival è sostenuto dal Percento Culturale Migros, insieme a Wildwuchs  - Basilea, Out of the Box - Ginevra,  BewegGrund Das Festival - Berna.

I biglietti per i vari spettacoli e l'abbonamento sono in prevendita su Biglietteria.ch.

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