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LUGANOLa Scienza a regola d’Arte: fotografo e scienziato a confronto

17.10.18 - 22:00
All'incontro del Lac interverranno Thomas Struth, uno dei massimi esponenti della fotografia contemporanea, e James Beacham, fisico delle particelle dell’esperimento ATLAS al CERN
La Scienza a regola d’Arte: fotografo e scienziato a confronto
All'incontro del Lac interverranno Thomas Struth, uno dei massimi esponenti della fotografia contemporanea, e James Beacham, fisico delle particelle dell’esperimento ATLAS al CERN

LUGANO - Giovedì 18 ottobre alle ore 18:15 si terrà nella Hall del LAC il quarto incontro del ciclo La Scienza a regola d’Arte, organizzato dal Museo d’arte della Svizzera italiana e dalla Fondazione IBSA per la ricerca scientifica. Protagonisti della conversazione saranno Thomas Struth, uno dei massimi esponenti della fotografia contemporanea, e James Beacham, fisico delle particelle dell’esperimento ATLAS al CERN. A moderare l’incontro il direttore del Museo, Tobia Bezzola.

Che effetto ha l’arte su uno scienziato come James Beacham e, dal lato opposto, quale ruolo può avere la scienza nell’attività di un artista come Thomas Struth? A partire da queste domande, James Beacham e Thomas Struth converseranno sul rapporto tra arte e scienza in occasione dell’incontro della rassegna La Scienza a regola d’Arte, organizzato dal Museo d’arte della Svizzera italiana e dalla Fondazione IBSA per la ricerca scientifica giovedì 18 ottobre alle ore 18:15 presso il LAC.

Arte e scienza sono due ambiti apparentemente lontani, ma in realtà vicinissimi. Thomas Struth, per esempio, negli ultimi dieci anni ha girato il mondo alla ricerca di strutture d’ingegneria all’avanguardia, e di laboratori scientifici: luoghi come il Kennedy Space Center di Cape Canaveral, o l’Istituto Max Planck di Fisica del plasma a Greifswald, nel nord della Germania, che sono diventati per lui una fonte di ispirazione (grovigli di cavi, geometrie misteriose, colori accesi, superfici lucidissime...). “Per me sono paesaggi del cervello moderno”, dice. Dal canto suo, Beacham si è formato come cineasta, prima di diventare un fisico, e collabora regolarmente con artisti. Nel 2015 ha lanciato Ex/Noise/CERN, un progetto che esplora le connessioni tra fisica delle particelle, musica e film sperimentali

La fisica delle particelle è al centro della vita di James Baecham. Non per niente, ha partecipato agli esperimenti del Large Hadron Collider del CERN, uno dei più importanti progetti mai realizzati. È un tunnel di 27 chilometri lungo il confine tra Francia e Svizzera, sepolto 100 metri sottoterra. In questo tunnel si usano magneti superconduttori più freddi dello spazio esterno, per accelerare i protoni quasi alla velocità della luce e lanciarli l'uno addosso all'altro milioni di volte al secondo, raccogliendo i detriti di queste collisioni alla ricerca di particelle fondamentali nuove, non ancora scoperte. E tutto questo, nella vita di Beacham può diventare fonte di ispirazione per la musica, e l’arte.

Thomas Struth è uno dei più influenti e quotati fotografi dei nostri giorni (alcune sue immagini di grande formato sono state vendute anche a più di 200mila dollari l’una), e le sue opere si trovano nelle collezioni di importanti musei del mondo, dal MoMA e dal Metropolitan di New York alla Tate di Londra. Struth ha fotografato una grandissima varietà di luoghi: paesaggi urbani, celebri musei, impianti industriali e centri spaziali e di ricerca. Oltre ad essere forgiati dall’uomo, tutte queste strutture contemporanee condividono una caratteristica predominante, sono estremamente complesse. “Sono entrato nei laboratori – dichiara Struth – perché volevo capire la fede che la nostra società ripone nella tecnologia: i luoghi in cui viene creata sono invisibili, dietro a porte che volevo aprire.” In tal modo, l’artista mostra realtà solitamente inaccessibili e la complessità degli sviluppi tecnici; al contempo nei suoi scatti permane un alone di incertezza sul significato e la funzione di ciò che ritrae. Il suo interesse è rivolto, non tanto alla tecnologia in sé, piuttosto ai contesti che consentono all’ambizione umana di manifestarsi e agli intrecci che nascono da questo processo. Le immagini che si soffermano sulla costruzione di un reattore o di un’astronave, come quelle che immortalano i monumenti storici e le architetture urbane, parlano in fondo dell’impegno umano.

Già nel 2017, alla Washington University di St. Louis, Thomas Struth e James Beacham hanno avuto modo di confrontarsi su come scienza e tecnologia influenzino la creatività e il modo in cui gli uomini rispondano all’arte. La conversazione organizzata dal MASI e dalla Fondazione IBSA offrirà l’occasione ai due ospiti per proseguire e approfondire questa e nuove riflessioni suggerite anche dal direttore del MASI Tobia Bezzola, che modererà l’incontro.

La Scienza a regola d’Arte - L’incontro del 18 ottobre è il quarto del ciclo di conversazioni La Scienza a regola d’Arte, che nel 2017 ha visto la partecipazione degli artisti Tony Cragg e Wolfgang Laib, rispettivamente in dialogo con il matematico e divulgatore scientifico Piergiorgio Odifreddi e la dottoressa e giornalista scientifica Silvia Bencivelli; e nel 2018 del fotografo Armin Linke in dialogo con il geologo Paolo Cortini. Al centro degli incontri, la riflessione sulla relazione tra arte, scienza, tecnologia e ricerca. Attraverso questa iniziativa il MASI e la Fondazione IBSA estendono il proprio ambito di interesse e di approfondimento anche a temi apparentemente distanti dai loro mandati istituzionali, assecondando una realtà in cui la relazione fra arte, scienza, tecnologia e ricerca è ormai così stretta da risultare spesso inscindibile.

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