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LOCARNODue prime mondiali per Locarno74

20.07.21 - 13:30
Saranno il debutto di Charlotte Colbert e il nuovo film di Gleb Panfilov, già Pardo d'oro nel 1969
LOCARNO FILM FESTIVAL
Un fotogramma di "100 Minutes", il nuovo film di Gleb Panfilov.
Un fotogramma di "100 Minutes", il nuovo film di Gleb Panfilov.
Due prime mondiali per Locarno74
Saranno il debutto di Charlotte Colbert e il nuovo film di Gleb Panfilov, già Pardo d'oro nel 1969

LOCARNO - Due film in anteprima mondiale sbarcano al Locarno Film Festival. 

La Gala Premiere della sezione Fuori concorso sarà dedicata al thriller psicologico "She Will", un potente debutto della regista franco-britannica Charlotte Colbert. In Piazza Grande sarà invece presentato in prima mondiale "Sto minut iz zhizni Ivana Denisovicha" ("100 Minutes") del regista russo Gleb Panfilov, già vincitore del Pardo d’oro nel 1969.

La proiezione di "She Will" è in programma giovedì 5 agosto alle 17 a La Sala, e sarà seguita da un Q&A con il cast e la regista. Il film racconta la storia di Veronica Ghent (Alice Krige) la quale, dopo una doppia mastectomia, si reca nella Scozia rurale con la sua giovane infermiera Desi (Kota Eberhardt) per un ritiro di guarigione. Il film è prodotto da Edward R. Pressman e annovera nel cast Alice Krige ("Star Trek: First Contact", "The OA", "Carnival Row"), Kota Eberhardt ("X-Men: Dark Phoenix"), Malcolm McDowell ("Arancia meccanica") e il vincitore del BAFTA Rupert Everett ("Il matrimonio del mio miglior amico"). 

Il nuovo film di Gleb Panfilov sarà proiettato in Piazza Grande venerdì 13 agosto. Il suo ultimo tour de force, "100 Minutes", porta una nuova dimensione cinematografica alla vita di Ivan Denisovich Shukhov, eroe letterario il cui tragico destino affascinò i lettori di tutto il mondo e valse al suo creatore, Aleksandr Solzhenitsyn, il premio Nobel per la letteratura. "100 Minutes" è il racconto di migliaia di soldati sovietici che hanno combattuto contro i nazisti, finendo per essere catturati e diventando dei prigionieri di guerra. La giustizia di Stalin su questi prigionieri che tornarono, si è fatta immediatamente sentire: dieci anni di duro lavoro nei campi siberiani. Qual è allora il motivo per cui i prigionieri come Ivan Denisovich rimangono in vita? E cosa li spinge a svegliarsi ogni mattina per affrontare un altro giorno d’inferno? Il film di Panfilov risponde a queste domande.

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