Nel 2022, gli attivisti di «Renovate Switzerland» hanno conquistato le prime pagine dei giornali grazie ai blocchi stradali.
Chiedevano alla Confederazione una «mobilitazione generale per il risanamento degli edifici». Come continueranno le proteste nel 2023?
Nel 2022, il movimento climatico ha colpito con azioni che mai prima d’ora erano state così provocatrici: nel breve lasso di tempo di due settimane in ottobre, gli attivisti di Renovate Switzerland hanno bloccato sette grandi assi del traffico a Losanna, Berna e Zurigo incollandosi le mani sull’asfalto. Gli attivisti climatici britannici di Extinction Rebellion hanno annunciato in questi giorni che in futuro rinunceranno ai blocchi stradali. Questo avrà un effetto anche sugli attivisti in Svizzera?
«Continueremo con i blocchi stradali finché la politica non inizierà a promuovere la campagna», spiega Cécile Bessire di Renovate Switzerland per rispondere alla domanda di 20 minuti. La richiesta: la Confederazione deve mettere a disposizione quattro miliardi di franchi per la riconversione di 100 000 specialisti nel settore del rinnovamento termico degli edifici. Gli attivisti la chiamano una «mobilitazione generale per il risanamento degli edifici». In Svizzera, gli edifici sono responsabili del 40 per cento del consumo di energia e di circa un terzo delle emissioni di CO2.
Finanziati dalle ereditiere del petrolio e della Disney
I blocchi di Renovate Switzerland ricordano quelli di Letzten Generation in Germania o di Just Stop Oil in Gran Bretagna. Anche in questi casi, gli attivisti hanno incollato le mani sull’asfalto di strade molto trafficate. Inoltre, hanno conquistato le prime pagine dei giornali ad esempio lanciando una lattina di zuppa contro il vetro protettivo davanti a un dipinto di Van Gogh.
Le somiglianze non sono un caso: Renovate Switzerland, Letzte Generation e Just Stop Oil appartengono tutte alla rete A22 che è finanziata, tra gli altri, anche dal Climate Emergency Fund. Il budget del fondo proviene ad esempio dalle donazioni della miliardaria del petrolio Aileen Getty, dal regista di Hollywood Adam McKay e dall’ereditiera della Disney Abigail Disney.
Nuove forme di protesta nel 2023?
Oltre ai blocchi stradali, dobbiamo aspettarci altre forme di protesta da parte di Renovate Switzerland? «Altri mezzi non violenti non sono da escludere», spiega Cécile Bessert. Occorrono altre azioni di disturbo non violente per aumentare la pressione sulla politica e indurla ad affrontare la crisi climatica. Extinction Rebellion ha deciso che si concentrerà su manifestazioni davanti al Parlamento britannico ma Bessert non è d’accordo: «nel 2019 abbiamo dimostrato con oltre 100 000 persone a Berna per una migliore protezione del clima. Non ha portato all’attuazione di nessuna misura concreta.»
Anche se con le votazioni dopo la più grande manifestazione climatica della storia della Svizzera si è parlato di valanga verde, lo sciopero per il clima ritiene che le misure climatiche introdotte siano una vera delusione. «Le manifestazioni restano comunque importanti», spiega l’attivista Cyrill Hermann a 20 minuti. «Non tutti possono però permettersi un faccia a faccia con la polizia. Per le persone senza passaporto svizzero o che si identificano come donne, la partecipazione ad azioni di disobbedienza civile è più pericolosa.
Per la prima volta, prevista l’occupazione di scuole
In occasione dello sciopero globale per il clima del 3 marzo, in tutte le grandi città svizzere le persone scenderanno in strada a manifestare. Inoltre, gli attivisti discutono una manifestazione a Muttenz, dove nel 2023 è prevista la costruzione di un impianto di rigassificazione. «Muttenz e Birr, dove sorge la centrale a gas, sono i più grandi fallimenti della politica climatica svizzera», commenta Hermann.
Tuttavia, anche per lo sciopero per il clima una cosa è chiara: le manifestazioni da sole non sono sufficienti. «Il 2022 è stato un altro anno perso per il clima», spiega Hermann. Ad inizio febbraio, il movimento occuperà per la prima volta alcune scuole a Basilea e Zurigo. Uno dei motivi: le lezioni attuali sono distaccate dalla realtà. Cyrill Hermann: «Ci chiediamo perché dobbiamo imparare a memoria fatti scientifici che il nostro stesso governo ignora.»