Cerca e trova immobili

MobilitàPneumatici di dente di leone per rendere il traffico più green

21.12.21 - 08:00
Traffico più green e fine della deforestazione.
Getty Images/iStockphoto
La forza del soffione: già durante la Seconda guerra mondiale si era pensato di produrre gomma naturale a partire dal dente di leone russo.
La forza del soffione: già durante la Seconda guerra mondiale si era pensato di produrre gomma naturale a partire dal dente di leone russo.
Pneumatici di dente di leone per rendere il traffico più green
Traffico più green e fine della deforestazione.
Alcuni ricercatori vogliono impiegare gomma prodotta con dente di leone russo per produrre pneumatici per auto e biciclette. In questo modo, il traffico diventerebbe più sostenibile e sarebbe possibile arrestare la deforestazione dei tropici.

La mobilità elettrica non è l’unica possibilità per rendere più sostenibile il traffico stradale: anche gli pneumatici sono un tema centrale poiché ogni anno, a causa dell’attrito delle gomme, tonnellate di residui di plastica vengono dispersi nell’ambiente. Inoltre, l’attrito degli pneumatici è una delle maggiori fonti di polveri fini.

E non dimentichiamo che per produrre la gomma necessaria ogni anno vengono abbattuti sempre più alberi nella foresta pluviale. A livello mondiale, le piantagioni di caucciù ammontano a circa 117 000 chilometri quadrati e si trovano soprattutto in Thailandia, Indonesia, India e Brasile. Attualmente, il 90 per cento della gomma naturale utilizzata a livello mondiale proviene da queste piantagioni in monocoltura. La domanda è però superiore all’offerta e gli alberi di caucciù sono inoltre soggetti alle malattie fungine.

Dente di leone russo invece di alberi di caucciù

Probabilmente la domanda di gomma aumenterà ancora in futuro. La mobilità cresce a livello mondiale e per evitare che le foreste pluviali vengano deforestate ulteriormente è in corso una ricerca febbrile di possibili alternative. Occorre evitare nel modo più assoluto ulteriori danni al polmone verde del pianeta.

Ecco perché il produttore di pneumatici tedesco Continental collabora con i ricercatori dell’Università di Münster per sviluppare pneumatici ecologici a partire da dente di leone russo (nome scientifico: taraxacum koksaghyz).

Questa pianta, detta anche tarassaco, produce caucciù naturale dalle radici che, secondo i ricercatori, ha un grip migliore rispetto al caucciù prodotto dagli alberi della gomma. Inoltre, al contrario del caucciù tropicale, il dente di leone può essere coltivato alle nostre latitudini. In questo modo sarebbe possibile combattere l’avanzata della deforestazione e al contempo ridurre le lunghe distanze di trasporto.

Non è fantascienza

Pneumatici di gomma prodotta con le erbacce? Non è solo un sogno. Già dal 2019, Continental produce pneumatici per biciclette con tarassaco russo. Durante il primo anno di produzione, sono stati venduti oltre 2000 pezzi degli pneumatici per bicicletta della marca «Urban Taraxagum». È pronto inoltre un prototipo di pneumatico per automobile e camion.

Il maggiore ostacolo per la produzione di massa è la coltivazione: finora è stato difficile convincere gli agricoltori locali della bontà di coltivare il dente di leone russo. Generalmente, questi produttori combattono il tarassaco come un’erbaccia. In Svizzera, le superfici per coltivare questa pianta non mancherebbero.

Già Stalin voleva produrre gomma con i denti di leone

In realtà, l’idea di utilizzare i denti di leone come fonte alternativa di gomma non è nuova. Già agli inizi del secolo scorso i ricercatori russi avevano scoperto le potenzialità di questa pianta come alternativa agli alberi della gomma. Stalin aveva chiesto al suo Stato maggiore di trovare una pianta da cui fosse possibile produrre gomma poiché dopo tanti anni di guerra in Europa questa era diventata una merce rara.

La scoperta venne fatta da un gruppo di ricercatori dell’odierno Kazakistan. Nel 1933, il dente di leone russo è stato descritto per la prima volta dal punto di vista botanico. Oggi, quasi cent’anni dopo, biologi, chimici ed esperti in scienze dei materiali sperano di aver trovato in questa pianta l’alternativa perfetta per la gomma del futuro.

Articolo di Lukas Rüttimann

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.