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LifestyleIl settore tessile tesse la tela del futuro

03.03.23 - 11:00
HSLU/Texcircle
Con i vecchi pantaloni da fornaio vengono create nuove calze e tende: un progetto di ricerca della scuola universitaria di Lucerna ha analizzato come il riciclaggio dei tessuti possa aiutare a chiudere il ciclo dei materiali.
Con i vecchi pantaloni da fornaio vengono create nuove calze e tende: un progetto di ricerca della scuola universitaria di Lucerna ha analizzato come il riciclaggio dei tessuti possa aiutare a chiudere il ciclo dei materiali.
Il settore tessile tesse la tela del futuro
Il settore tessile è ancora molto indietro per quanto riguarda le procedure di riciclaggio. Dietro le quinte però qualcosa si muove. Un progetto di ricerca della scuola universitaria di Lucerna mostra le strade percorribili verso un’economia circolare.

Nel nostro Paese, i vestiti sono tra gli articoli più amati da chi fa shopping. Ogni anno, gli svizzeri acquistano in media 60 nuovi articoli di abbigliamento. Entro il 2030, la Commissione europea stima un aumento della produzione tessile di oltre il 60 per cento.

D’altro canto, in Svizzera ogni anno vengono gettate nella spazzatura 50 000 tonnellate di vecchie stoffe. Nell’intera UE, nel 2019 ne sono state eliminate quasi sette milioni di tonnellate. Tuttavia, secondo la Commissione Europea solo l’uno per cento di tutte le stoffe viene riciclato secondo il concetto di economia circolare. Il resto finisce in downcycling, nella spazzatura o imbarcato verso i Paesi in via di sviluppo per essere seppellito.

L’industria tessile fronteggia quindi un enorme problema di immagine. E la pressione aumenta sempre più: secondo le nuove disposizioni dell’UE, entro il 2030 i tessili dovranno essere prodotti in modo che possano essere riciclati il più possibile. Inoltre, l’intera catena di produzione dovrà essere tracciabile fino all’ultimo filo. I vecchi tessili non potranno più essere spediti nei Paesi in via di sviluppo a partire dal 2030.

Ancora lontani dall’obiettivo

«Mentre leggevamo le nuove direttive, abbiamo sudato freddo», spiega Tina Tomovic, collaboratrice scientifica alla scuola universitaria di Lucerna (HSLU). Il motivo? Il settore tessile è ancora molto lontano dall’obiettivo.

All’interno del gruppo di ricerca, Tomovic si occupa dei processi di riciclaggio e circolarità. Tra questi c’è anche il progetto di ricerca Texcircle che analizza lo sfruttamento delle sinergie all’interno dell’industria tessile.

Texcircle è uno sguardo su un possibile futuro: numerose imprese svizzere e internazionali, tra cui Coop, Rieter, Rohner Socken e Texaid, si sono unite in un cosiddetto «cluster». La ricerca si concentra sulle possibilità di riutilizzo dei materiali in eccesso e delle vecchie stoffe per creare nuovi prodotti di qualità elevata. L’obiettivo: chiudere il circolo della produzione all’interno del cluster.

 

Quattro prodotti in programma

Poiché il design delle stoffe ha un influsso importante sulla riciclabilità, il team di ricerca ha sviluppato il Design Decision Tool. Questo strumento aiuterà i designer nello sviluppo di nuovi prodotti fornendo informazioni sulle possibilità di sfruttamento circolare.

Il cluster ha sviluppato sei prototipi di cui quattro hanno già potuto essere messi in commercio. La startup Nikin produce pullover con filato di jeans. I vecchi mantelli di lana vengono trasformati da Ruckstuhl in tappeti. I vecchi pantaloni da fornaio di Coop vengono scuciti: Rohner Socken usa il filo per produrre calze mentre TigerLiz Textiles lo tesse per creare tende.

«Le imprese tessili devono unirsi a livello locale per sfruttare al meglio il know-how, i materiali e le sinergie», spiega Tomovic. I problemi del settore tessile non possono essere risolti da una singola impresa.

In futuro, il gruppo di ricerca su prodotti e tessili intende dedicarsi ad altri progetti di ricerca. Al centro si trovano sharing, repairing e remanufacturing, ossia condivisione, riparazione e rigenerazione. In un ulteriore progetto, il team si dedicherà al tema degli abiti da lavoro. «Dietro le quinte succede molto di più di quanto non si possa pensare», conclude.

 

Le più importanti startup tessili

Per il riciclaggio dei tessuti, le buone idee sono importanti tanto quanto la tecnologia. Ecco le startup tessili più all’avanguardia:

Worn Again Technologies: questa impresa britannica ha sviluppato una tecnologia per il riciclaggio del poliestere e della cellulosa. Un impianto dimostrativo, installato in collaborazione con Sulzer, è attualmente in funzione a Winterthur.

Rework: l’impresa svizzera Rework raccoglie gli abiti di seconda mano per fare nuovi capi alla moda. Rework ha negozi a Zurigo, Basilea, Berna, Winterthur e Bienne.

OceanSafe: la startup bernese OceanSafe produce fibre e filati sintetici biologici e compostabili.

Säntis Textiles: questa impresa svizzera con sede a Singapore produce fibre, filati e tessuti con cotone riciclato al cento per cento. 

Depoly: DePoly di Sion ha sviluppato un metodo sostenibile per dividere il poliestere tessile nelle sue componenti originali per poter produrre con esse nuovo poliestere.

WYT: t-shirt e altri abiti usati possono essere restituiti quando se ne acquistano di nuovi. La startup zurighese ricicla i vestiti e li elabora in nuovi capi.

Valvan: l’impresa belga Valvan ha sviluppato una macchina per lo smistamento dei filati a sensori infrarossi.

 

HSLU/TexcircleCon i vecchi pantaloni da fornaio vengono create nuove calze e tende: un progetto di ricerca della scuola universitaria di Lucerna ha analizzato come il riciclaggio dei tessuti possa aiutare a chiudere il ciclo dei materiali.

 

HSLU/TexcircleLa startup svizzera Nikin crea pullover con fibre di jeans. I prodotti arriveranno presto sul mercato.

 

HSLU/TexcircleL’impresa tessile Ruckstuhl crea tappeti con fibre ricavate da vecchi mantelli di lana.

 

HSLU/TexcircleCoop riconsegna i vecchi pantaloni da panettiere con le cui fibre Tiger Liz Textiles
HSLU/Texcircle… e Rohner produce calze.

 

HSLU/TexcircleCoop e Texaid hanno donato vecchie t-shirt e abiti da lavoro per il progetto di ricerca della HSLU. Con le fibre di questi abiti Rossi Design ha creato dei prototipi di borse.

 

HSLU/TexcircleDalle fibre ottenute da vecchi cuscini, workfashion ha creato un prototipo di gilet imbottito.
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