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LifestyleAree green per cancellare la cattiva immagine

03.06.22 - 11:00
I festival sono chiamati a ripulire la propria immagine.
Foto: 20 Minuten/Oscar Moyano
Atmosfera elettrizzante che pesa sull’ambiente: i festival musicali come l’Openair Frauenfeld presentano un pessimo bilancio del CO₂ ma ora vogliono diventare più sostenibili.
Atmosfera elettrizzante che pesa sull’ambiente: i festival musicali come l’Openair Frauenfeld presentano un pessimo bilancio del CO₂ ma ora vogliono diventare più sostenibili.
Aree green per cancellare la cattiva immagine
I festival sono chiamati a ripulire la propria immagine.
«Noi siamo il futuro» allestisce aree verdi con approvvigionamento elettrico sostenibile e tende riciclabili presso due grandi festival musicali.

Rifiuti e festival

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Questi sondaggi non hanno, ovviamente, un valore statistico. Si tratta di rilevazioni aperte a tutti, non basate su un campione elaborato scientificamente. Hanno quindi l'unico scopo di permettere ai lettori di esprimere la propria opinione sui temi di attualità.

Per molti appassionati di musica è impossibile farne a meno, specialmente dopo due anni di pandemia: i grandi festival musicali estivi con band conosciute in tutto il mondo, allegria sfrenata, stand di appetitoso cibo, tende sotto un cielo immenso… nonostante talvolta sia inclusa anche una bella dose di fango.

Questi eventi non sono tuttavia per niente sostenibili. Consumano innumerevoli chilowattora di elettricità, sfruttano generatori diesel e una volta terminati lasciano dietro di sé dei veri campi di battaglia pieni di tende abbandonate e rifiuti di ogni genere. Il bilancio del CO2 è spaventoso.

La campagna «Noi siamo il futuro» ha deciso di darci un taglio e ha creato due cosiddette zone V.E.P. Questi settori per «Very Ecological Persons» verranno installati per la prima volta all’Openair Frauenfeld e all’Open Air Gampel.

Zero Waste ed energia solare

Queste zone green ricavano l’elettricità esclusivamente dagli impianti solari, da una turbina eolica e da due grandi batterie da 300 KWh caricate a loro volta con energia da fonti rinnovabili. Gli impianti fotovoltaici forniscono un massimo di quasi 11 KW mentre la turbina contribuisce con 5 KW, fintanto che tira vento.

In un negozio Zero Waste, i visitatori potranno scoprire articoli da toilette sostenibili, stoviglie riutilizzabili e tanto altro. I prodotti sono gratuiti per chiunque decida di farsi una pedalata sulle biciclette per la produzione di energia. Un Food Truck con piatti vegani si occuperà del vettovagliamento. Saranno inoltre a disposizione 55 tende doppie e 23 tende quadruple per il pernottamento. I posti letto saranno estratti a sorte.

Le zone V.E.P da sole non riuscirebbero a dare un contributo davvero incisivo quindi anche i festival stessi sono stati coinvolti. «I festival si impegnano a risparmiare almeno il 15 per cento dell’energia», spiega Christoph Aerne, co-organizzatore dell’impresa per la pianificazione di eventi Aroma. I festival verranno ad esempio dotati di una terza batteria da 300 KWh per far fronte ai picchi di carico. «In questo modo sarà possibile eliminare almeno un generatore a diesel», spiega.

La pressione aumenta

Per il Gurtenfestival è stato finanziato l’allacciamento alla rete elettrica pubblica per i settori del backstage e del catering. In questo modo il festival può fare a meno di due generatori. «Si tratta di piccoli passi avanti», ammette Aerne, che però hanno sfondato una porta aperta presso la direzione dei festival.

Gli organizzatori sono sotto pressione sia da parte dell’opinione pubblica che «dall’alto». L’Openair Frauenfeld, ad esempio, è parte di Live Nation, il gigantesco promotore di eventi musicali internazionali. Il gruppo ha creato un proprio programma di sostenibilità in collaborazione con Green Nation. «Per artisti e organizzatori, il pensiero green diventa sempre più importante», spiega Ralph Schuler, Managing Director di Live Nation Svizzera. L’industria dell’intrattenimento deve prendere sul serio il suo ruolo di esempio per le giovani generazioni.

«I festival hanno un forte interesse a migliorare la propria immagine», spiega Christoph Aerne. Lo scopo della creazione delle zone V.E.P all’interno dei festival non è però quella di dare un contentino green. «Vogliamo dare un impulso». Aerne ammette che si tratta di un primo tentativo. «Sarebbe bello però se ne nascesse un progetto a lungo termine», conclude.

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