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LifestyleQuando questo gruppo di runner passa, le strade restano pulite

14.04.22 - 11:00
Combattere il littering facendo sport.
Foto: Züri rännt
I plogger di «Züri rännt» a caccia di rifiuti con sacchi e guanti.
I plogger di «Züri rännt» a caccia di rifiuti con sacchi e guanti.
Quando questo gruppo di runner passa, le strade restano pulite
Combattere il littering facendo sport.
Il plogging prevede che i partecipanti facciano jogging portando con sé dei sacchi della spazzatura per una caccia ai rifiuti che finisce sempre a riempire moltissimi sacchi. A Zurigo si riunisce ogni mese l’unico gruppo di plogging della Svizzera. Anche i più pigri sono invitati.

Li ho contati: 15 mozziconi di sigaretta, 18 pezzetti di plastica o di carta, un sacchetto di plastica, una mascherina, un guanto. Tutti questi rifiuti erano nel canaletto e lungo il bordo dell’erba di una strada di 600 metri che va verso il bosco dove vado a correre, in un quartiere zurighese considerato pulitissimo.

Generalmente non tengo un inventario del littering. Anzi, non avevo mai fatto caso ai mozziconi per terra finché non ho parlato con Robert Peterhans di «Züri rännt», l’uomo che nel 2018 ha portato il plogging in Svizzera: il plogging, un nome nato dall’unione delle parole svedesi «plocka» (raccogliere) e «jogging», consiste nel raccogliere i rifiuti mentre si corre.

L’hype passa, il plogging resta

«Ho visto un servizio in televisione su questa invenzione scandinava», spiega. Il plogging ha quindi cominciato a farsi strada anche sui social media e Peterhans ha dedotto che presto sarebbe arrivato anche nel nostro Paese. Invece non è successo nulla. Visto che nel frattempo anche alcuni partecipanti della «Züri rännt» hanno iniziato a notare il littering, nel 2018 Peterhans ha quindi deciso di occuparsi personalmente di organizzare il primo evento di plogging.

Oltre a tanti novizi del plogging pieni di entusiasmo, anche i media si sono presto interessati all’evento non appena ne hanno capito l’importanza: televisione, radio, giornali, tutti hanno coperto l’evento plogging di «Züri rännt» e hanno assicurato che sarebbe stato il prossimo hype. Una compagnia assicurativa si è perfino proposta come sponsor. «Finché non è diventato chiaro che non ci sarebbe stato nessun hype», spiega Peterhans laconico.

Il plogging è però diventato un’istituzione fissa a «Züri rännt». Una volta al mese, sono dai cinque ai venti i runner che decidono di correre equipaggiati con sacchi e guanti per raccogliere i rifiuti. «Non è necessario essere particolarmente sportivi per partecipare.» La partenza è organizzata in quartieri sempre diversi e a uno degli eventi ha partecipato anche un consigliere comunale. Si fanno sempre incontri interessanti e ci si diverte molto, spiega Peterhans.

Soprattutto mozziconi

«Ci è già capitato di dover interrompere una corsa perché i sacchi erano troppo pieni», spiega Peterhans. A un primo sguardo, Zurigo sembra molto pulita ma osservando bene si nota littering ovunque: si tratta soprattutto di mozziconi di sigaretta. «Sono milioni, sparsi ovunque e molto pericolosi per la natura», spiega. Durante la crisi sanitaria sono state raccolte anche moltissime mascherine. Il centro città è particolarmente sporco il sabato mattina a causa delle feste: bottiglie vuote, lattine e imballaggi di take-away.

Peterhans sa benissimo che il plogging da solo non cambierà nulla. «Servono soluzioni sostenibili come ad esempio la possibilità di riciclare la plastica», spiega. Ha già preso contatto anche con l’amministrazione cittadina. «Non sono particolarmente innovativi nel cercare soluzioni al littering», spiega diplomaticamente.

In quanto esperto di comunicazione, Peterhans sa perfettamente come rendere attenti al tema media e popolazione. Con me ha funzionato: da quando ho parlato con lui, continuo a guardare per terra e a cercare tracce di littering.

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