L'appello del Partito Socialista: ««Ci sono dei problemi che richiedono risposte dal Consigliere di Stato Christian Vitta. È imperativo un dibattito sul futuro di questo Cantone»
SANT'ANTONINO - L’inchiesta per evasione fiscale e le perquisizioni nei confronti di Gucci condotte dalla giustizia italiana «esigono un dibattito approfondito riguardo al futuro economico del Cantone e delle risposte del Dipartimento delle Finanze e dell’Economia ai problemi posti dal settore dell’alta moda in Ticino». A sostenerlo è il Partito Socialista che, tuttavia, non si mostra troppo sorpreso dall'ipotesi di evasione miliardaria su cui la Procura di Milano e la Guardia di finanza stanno indagando.
«Il fatto che i contributi fiscali del settore della moda al Cantone abbiano superato quelli del settore bancario non è una ragione valida per agire come se i problemi non esistessero», sottolinea il presidente socialista Igor Righini secondo cui, in sostanza, si starebbe chiudendo un occhio a favore di entrate facili.
Il gruppo di alta moda con sede a Sant'Antonino, che appartiene al gruppo francese Kering, avrebbe infatti evaso il fisco italiano fatturando in Svizzera per del lavoro, della produzione, degli affari e delle vendite che avvengono in realtà in Italia. Ma i socialisti ricordano come tutto il settore dell'alta moda sia da tempo al centro di inchieste rivelatrici di irregolarità su più fronti. «Oltre che su condizioni di lavoro inaccettabili, gli importanti redditi delle aziende dell’alta moda stabilite in Ticino poggiano su un sistema opaco che permette di fatturare nel nostro Cantone per delle attività commerciali che avvengono all’estero», aggiunge Righini che denuncia, in sostanza, «un sistema in cui il segreto e le agevolazioni fiscali impediscono la trasparenza favorendo l’adozione di modalità volte all’evasione fiscale».
Una politica economica, questa, che per il PS alla lunga risulterebbe persino controproducente: «I processi giudiziari, la perdita di credibilità nel contesto internazionale e le multe inflitte alle banche svizzere l’hanno ampiamente dimostrato. Nel campo della moda, il trasferimento delle attività di Armani Swiss Branch da Mendrisio a Milano non è estraneo ai 270 milioni di euro pagati dal Gruppo Armani per porre fine a un’inchiesta per evasione fiscale condotta dalla Guardia di Finanza».
Righini chiede l'intervento del DFE: «Ci sono dei problemi supplementari che richiedono risposte dal Consigliere di Stato Christian Vitta: l’importante scarto tra i redditi e la quantità di lavoratori impiegati dalle aziende dell’alta moda domiciliate in Ticino così come il preoccupante traffico di mezzi pesanti generato dalle attività di logistica e fatturazione di queste aziende il cui solo scopo è trasferire il reddito delle merci ed eludere la fatturazione dell’IVA».