La reazione del Consigliere nazionale Marco Chiesa alla decisione degli Stati: «Un’opportunità per iniziare ad ascoltare il sovrano»
BERNA - «È senz’altro una buona giornata». È quanto afferma con soddisfazione Marco Chiesa, a poche ore dall'approvazione della Camera dei Cantoni che, nel tardo pomeriggio, ha deciso di concedere la garanzia federale alla modifica della Costituzione cantonale ticinese, dimostrando così che «il testo approvato dai ticinesi è conforme alla Costituzione svizzera».
Un «importante» primo passo, in attesa della prossima settimana quando sarà il Consiglio nazionale ad esprimersi. «Per quelli che sono i miei valori non vi è nulla che sia superiore alla Costituzione di un paese», commenta il Consigliere nazionale UDC al telefono, sottolineando come questo momento rappresenti una vera «opportunità» per «iniziare finalmente ad ascoltare il sovrano» e tornare a quello che rappresenta «un modello di successo per la Svizzera».
E in questo senso, sebbene non manchi chi considera anche il voto della prossima settimana e i passi successivi alla stregua di una semplice formalità, Chiesa - memore del recente passato - non nasconde di nutrire qualche inquietudine nei confronti del «solito nascondino», in cui pur essendo «tutto conforme alla legge e digeribile, alla fine si tenterà di non applicarlo», facendo ricorso alle «solite argomentazioni».
«Il Gran Consiglio sia più corretto del Parlamento nazionale» - In serata, anche l’UDC ticinese ha preso atto con soddisfazione della garanzia approvata oggi dal Consiglio degli Stati. «Non si tratta di una sorpresa», ha affermato il partito in una nota , sottolineando come il testo dell’iniziativa sia «perfettamente conforme alla Costituzione federale», nonostante il «Parlamento nazionale abbia illegalmente rifiutato d’applicarne l’articolo 121a lo scorso dicembre, emanando una legge che con l’applicazione di detto articolo nulla ha a che vedere».
Per l’UDC cantonale, una volta concluso il passaggio al vaglio del Consiglio nazionale, toccherà infine «al Gran Consiglio ticinese dimostrare di saper fare meglio e più correttamente di quanto non ha purtroppo voluto fare il Parlamento nazionale».