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LUGANO«Diamo lavoro a chi è escluso dal mercato»

13.11.17 - 09:32
Mozione per i lavori di pubblica utilità presentata da Raoul Ghisletta, Nicola Schönenberger e Demis Fumasoli
Ti Press
«Diamo lavoro a chi è escluso dal mercato»
Mozione per i lavori di pubblica utilità presentata da Raoul Ghisletta, Nicola Schönenberger e Demis Fumasoli

LUGANO - I consiglieri comunali di Lugano Raoul Ghisletta (PS), Nicola Schönenberger (Verdi) e Demis Fumasoli (PC) chiedono al Comune di attivarsi per la creazione di lavori di pubblica utilità accessibili a persone residenti a Lugano, che sono escluse dal mercato del lavoro da tanto tempo.

Considerati i dati del Consuntivo 2016, 1'400 unità di riferimento in assistenza (+40 dal 2012), ossia circa 2'130 persone e i costi a carico della Città (5,7 mio Fr.), i tre sono «preoccupati» e propongono «che la Città istituisca un ente di utilità pubblica oppure in alternativa che sostenga enti sociali aventi lo scopo di impiegare persone escluse e senza prospettive sul mercato del lavoro normale o senza possibilità di inserimento professionale da parte dell’assicurazione invalidità».

Le attività «devono consistere in lavori semplici, non previsti da leggi specifiche e che altrimenti nessuno farebbe perché fuori mercato». Esempi sono: lotta a specie invasive, mantenimento di biotopi ed elementi naturali, ecc. in ambito naturalistico; dialogo con anziani a domicilio e in casa anziani, accompagnamento di anziani per fare la spesa e per svolgere attività ricreative, sorveglianza di allievi nel percorso casa-scuole, sostegno all’animazione e informazione per giovani, sostegno all’animazione di quartiere/ organizzazione di eventi culturali, ecc. in ambito socio-culturale; riciclaggio o riparazioni di apparecchi in ambito industriale, distribuzione di informazioni per turisti in ambito di servizi, ecc.

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COMMENTI
 

Danny50 6 anni fa su tio
Parla per sé ?

freevoice 6 anni fa su tio
Troppo semplice!! Occorre fare i conti con l'Oste!!! Chi selezionerebbe le persone da impiegare in ambiti delicati dove vi è una presenza di minori o anziani? Chi seguirebbe sul campo le persone addette alla manutenzione? Chi sorveglierebbe? Chi pagherebbe in caso di incidente se una persona impiegata provocasse un danno o peggio un ferimento? (gli utenti dispongono di copertura infortuni, ma non per forza di RC). Ammesso che si trovassero delle soluzioni, una persona verrebbe remunerata, di conseguenza uscirebbe dall'assistenza momentaneamente, per poi ricaderci quando non impiegata...bel grattacapo per colui che dovrà documentare le ore che ha lavorato, provvedere ad un rinnovo specifico, ecc, costringendo gli enti cantonali preposti a "salti mortali" per l'emissione di decisioni mensili. Insomma buoni propositi, ma totalmente fuori contesto. Vanno pensate soluzioni per promuovere l'occupazione di chi ne è sprovvisto, ma con l'obiettivo di fare uscire definitivamente dall'assistenza, non promuovendo attività "a sfruttamento" della situazione.
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