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CANTONESalario minimo, i Verdi minacciano il referendum

08.11.17 - 15:20
La nuova Legge non piace ai promotori dell'iniziativa presentata due anni fa. Jessica Bottinelli: «Porta all'impoverimento dei ticinesi. Lo sanno quanto spende una famiglia?»
Salario minimo, i Verdi minacciano il referendum
La nuova Legge non piace ai promotori dell'iniziativa presentata due anni fa. Jessica Bottinelli: «Porta all'impoverimento dei ticinesi. Lo sanno quanto spende una famiglia?»

BELLINZONA - Oltre alle prese di posizioni di MPS e PS (vedi articolo correlato), la sinistra ticinese ha reagito alla nuova Legge sul salario minimo anche per bocca dei Verdi, che minacciano il referendum. Anche a loro - che due anni fa avevano lanciato l’iniziativa “Salviamo il lavoro in Ticino!”, approvata dal popolo con il 54​,7​​% dei voti - le cifre pubblicate dal Governo non piacciono e «disattendono totalmente lo scopo del salario minimo sociale, ovvero quello di poter permettere ai cittadini e alle cittadine residenti su territorio ticinese di poter vivere senza ricorrere agli aiuti sociali».

Jessica Bottinelli esprime tutta la delusione del partito: «Questa proposta sminuisce il valore dei lavoratori ticinesi. La cosa peggiore è il confronto con il salario mediano svizzero». Il salario minimo deciso dal Consiglio di Stato è fissato infatti applicando una percentuale del 55% alla mediana salariale nazionale per settore economico. «Questo vuol dire - continua la co-coordinatrice dei Verdi - che il lavoratore ticinese vale la metà del lavoratore svizzero. Ed una cosa gravissima». 

Per Jessica Bottinelli «la cosa che lascia l’amaro in bocca è che la sentenza del Tribunale federale - che ha respinto i ricorsi contro l’imposizione legale di una retribuzione minima oraria di 20 franchi nel cantone di Neuchâtel - dice che lo scopo del salario minimo è arginare la povertà, che in Ticino è in crescita. La forchetta proposta nel messaggio porta all’impoverimento della popolazione e, di conseguenza, a quello dello Stato». 

Gli importi contenuti nel messaggio - inferiore ai 20 franchi orari - dimostrano che «la classe politica non ha nessun contatto con la realtà. I Consiglieri lo sanno - continua Bottinelli - quanto spende una famiglia ticinese per vivere, pagare l'affitto, la cassa malati? La scollatura tra il loro mondo e la vita reale del Cantone inizia a essere davvero preoccupante».

Critiche vengono mosse anche al calcolo effettuato dal Governo ticinese, basato su 41,5 ore settimanali (anziché 40). «Ci si attacca alle piccole cose in negativo. Gli interessi di chi difendono i Consiglieri di Stato?».

A questo punto, i Verdi «valuteranno attentamente e approfondiranno il meccanismo scelto per definire queste cifre». In un incontro con le forze politiche che hanno appoggiato l'iniziativa - che si terrà probabilmente già questa settimana - i Verdi «valuteranno attentamente e approfondiranno il meccanismo scelto per definire queste cifre» e, qualora il Gran Consiglio dovesse avvallare questa proposta, è molto probabile che sarà lanciato il referendum «e - perché no - anche un'iniziativa che contenga una cifra specifica».

Il tema sarà approfondito durante l'assemblea straordinaria che si terrà l'11 novembre presso la sala del Consiglio comunale di Bellinzona.

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COMMENTI
 

siska 6 anni fa su tio
Si come no!.. hanno praticamente bruciato soldi pubblici, vedere e mai dimenticare caso Argo 1 come ultima vergogna di questo mala governo e accoliti e poi sempre loro in corpore hanno deciso di impoverire sempre di più il popolo soprattutto chi fa e farà sempre più fatica a pagare e vivere con dignità. Vergogna cominciate voi a decurtarvi i vostri mega stipendi.

navy 6 anni fa su tio
Il salario minimo in abbinamento ad un mercato del lavoro Lombardo alla deriva e frontiere permeabili come la carta di formaggio vecchia, serve a NIENTE! Oggi come oggi, lavorare in Ticino e risiedervi davvero senza portarsi a casa in minimo è impossibile. A meno che, lo stato, non voglia la POVERTÀ LAVORATIVA LEGALIZZATA. 3'640.- franchi mensili ad un frontaliere sono e saranno anche domani equivalenti ad un GRATTA e VINCI a modi Lotteria di fine anno. Pertanto, l'esercizio messo in atto dal governo è una PURA PANACEA a modi cerotto su gamba in cancrena. I residenti saranno liquidati ed i frontalieri faranno festa!!!! A nessuna persona di buon senso verrebbe in mente di evitare l'affondamento di una barca (con uno squarcio di metri nello scafo), buttando fuori l'acqua utilizzando un bicchiere........ In Ticino si è deciso di fare così e si è deciso di (alla fine) non decidere nulla. Relativamente alla minaccia di delocalizzazione (o chiusura aziende) ventilata (Quotidiano di ieri) dall'illustre signor Modenini dell'AITI, faccio la seguente domanda. In Ticino che genere di industria vogliamo avere? Se vogliamo, a qualsiasi costo, continuare ad avere aziende sul territorio, a seguire la sua teoria, si potrebbe far lavorare mano d'opera cinese a 300 euro al mese e farli dormire nel sottoscala o direttamente sotto al tavolo o nella cuccia fuori dalla fabbrica. Quando i grassi smettono di mangiare dimagriscono mentre, quelli magri, muoiono. Ci riflettano su i vari sciuri con ciccia e grasso ogni dove........

Mag 6 anni fa su tio
Voglio far notare che questa legge è stata votata anni fa e ora che finalmente si arriva ad un compromesso, si parla già di referendum, di lunghe discussioni necessarie per correggerla ecc. ecc. Inoltre anche se fosse messa in vigore subito, regala 3 anni di tempo agli interessati per l'adeguamento. Questo significa che se tutto va bene fra ricorsi, referendum e tempi di applicazione, il salario minimo entrerà davvero in vigore fra ... quanti anni!? Nel calcio si chiama "melina". Quello che andrebbe fatto è metterla comunque in vigore con un massimo di 9 mesi di tempo per l'adeguamento (si fa un figlio in nove mesi e quindi si puo' anche applicare una legge in 9 mesi) e poi se la si vuole correggere, si ricorre agli strumenti democratici esistenti per farlo. Invece ecco la solita melina camuffata con concetti di giusto e sbagliato ecc. ecc. Capite il paradigma che c'è dietro?

87 6 anni fa su tio
Rischi: con il salario minimo, anche il dipendente fannullone (A) prende lo stesso stipendio del dipendente "un po' meno fannullone" (B), e quest'ultimo magari non può percepire una gratifica o un salario degno del proprio impegno, perchè i pochi incassi dell'azienda, foraggiano (A). Soluzione, dimettere (A) e cercare qualcuno più redditizio di (A). A questo punto (A) finisce in disoccupazione, percependo le sue indennità basate sul salario minimo. Vantaggi: (forse) si riscattano i ticinesi, con portafogli più danarosi saranno (dovrebbero) essere più propensi a fare acquisti in Ticino (se gli orari di apertura dei negozi lo permettessero a tutti). I negozi quindi incassano maggiormente, meno perdite, i prezzi dovrebbero abbassarsi (sogno utopico). Per l'azienda assumere un ticinese o un frontaliere ormai non cambia nulla, tranne che per il ticinese "tutto è dovuto" e quindi il suo impegno lavorativo sarà il minimo indispensabile, al contrario del frontaliere che per tenersi stretto il posto di lavoro così ricco, è disposto a tutto, compreso al lavoro extra non dichiarato (leggesi "lavoro nero") che il più delle volte non viene rilevato dalle autorità (nessuno si autodenuncia e c'è molta omertà dai dipendenti in merito, potrebbe tornare comodo a loro un giorno). Salario minimo ok, valorizziamo le competenze e l'impegno ticinese per farla in barba ai frontalieri, ma serve trovare un modo per combattere in maniera efficace il lavoro nero. La LIA va rivista, fa schifo, fa solo danni a chi lavora e/o vuole farlo con dedizione, specie se ha del potenziale ed è agli inizi. Purtroppo lavorare per soddisfare i requisiti LIA, rischia di spegnere l'entusiasmo del giovane, o gli viene insegnato dai suoi colleghi che "è inutile impegnarsi" (esempi reali, e ignorati).
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