Il deputato Matteo Pronzini attacca frontalmente il presidente del Ppd sulla nuova svolta del caso Argo 1
BELLINZONA - «Le affermazioni fatte dal membro della commissione della gestione e già capo gruppo Ppd Fiorenzo Dadò in merito alla mazzetta di 150 euro ricevuta dalla Argo 1 offendono l’intelligenza della popolazione del Canton Ticino», non usa mezzi termini il granconsigliere Mps Matteo Pronzini in una lettera al presidente del Gran Consiglio e alla presidente della Commissione della gestione.
Il deputato si riferisce alle due cene che il titolare di Argo 1 offrì a Dadò e alla sua compagna, responsabile del servizio richiedenti l’asilo, in un albergo di Bormio, che aveva anche prenotato per loro. Il presidente del Ppd si è giustificato (vedi correlato) dicendo di averci visto un semplice «gesto di cortesia da parte di un suo collaboratore professionale». Inoltre, ha spiegato Dadò, «la mia compagna non è comunque una funzionaria dirigente e non ha alcun potere decisionale».
«Troppo facile affermare che si è un libero cittadino, quando ogni settimana si siede nella commissione che da mesi si occupa, goffamente, dello scandalo Argo 1», continua Pronzini. «Siamo di fronte a un doppio conflitto d’interessi, per questa ragione chiedo all’Ufficio presidenziale e alla Commissione della gestione di invitare Fiorenzo Dadò ad astenersi dal presenziare alle riunioni della gestione quando si discuterà di Argo 1 e non visionare i relativi verbali e la documentazione», conclude il Pronzini. Il quale, da noi contattato, aggiunge: «Capisco che Dadò da galantuomo difenda la sua compagna, ma sarebbe il caso di decidere se deve difendere lei o il Ticino».