Cerca e trova immobili

LOCARNO Naturalizzazioni difficili, PLR: «Cambiare la legge o chi la applica?»

27.06.17 - 06:14
Naturalizzazioni difficili, PLR: «Cambiare la legge o chi la applica?»

LOCARNO - Il PLR – Sezione di Locarno giudica «inaccettabile ed inopportuno» il giudizio espresso dal PS sul lavoro svolto dalla maggioranza della Commissione della legislazione, sfociato nella richiesta di bocciare la domanda di naturalizzazione di due cittadini stranieri.

Il PS accusa infatti di aver voluto negare la naturalizzazione «senza validi motivi», in base ad una «valutazione soggettiva basata soprattutto su percezioni del momento circa il grado d’integrazione», ravvisando una pericolosa deriva «non rispettosa della legislazione federale in materia».

Un grave monito da parte di un partito, quello socialista, che si esprimerebbe «non da un punto di vista partitico (!)», ma quale garante delle procedure previste dalla Costituzione.

«Peccato che tra i membri PLR della Commissione» scrive lo stesso PLR in un comunicato, «non manchino giuristi che hanno svolto il loro compito con meticolosità e onestà intellettuale, avendo bene in chiaro legislazione, procedure e giurisprudenza. Le conclusioni della maggioranza della Commissione sono scaturite dopo l’attento studio del dossier dei due naturalizzandi, approfondito in ben due colloqui. Il grado d’integrazione è stato giudicato insufficiente in base ai criteri indicati da leggi, ordinanze, materiali legislativi e direttive, in particolare all’articolo 14 della Legge federale sull’acquisto e la perdita della cittadinanza svizzera. Conclusioni che potranno essere giudicate severe, come pure hanno fatto altri rappresentanti liberali radicali, ma certamente non frutto di arbitrio. Anzi, semmai, di un’osservanza scrupolosa della legge».

«A dire che non basta superare gli esami di lingua e cultura generale, che bisogna avere un lavoro per mantenere se stessi e la propria famiglia, che non bisogna detenere debiti o essere a beneficio dell’aiuto assistenziale e non aver commesso infrazioni né tanto meno reati per poter essere ritenuto idoneo alla naturalizzazione, non è la maggioranza della commissione, ma la legge. Non a caso il legislatore ha previsto altresì il presupposto dell’integrazione nella comunità svizzera come una condizione di partenza a sé stante che è ben suddivisa dagli altri criteri. È la legge a precisare che non basta essere brave persone, ma che ci vuole qualcosa in più, un impegno attivo tangibile ad integrarsi, a conoscere, anzi a vivere la nostra realtà sociale e culturale. Un compito comprensibilmente non facile, che necessita apertura verso gli indigeni e un qualche sforzo» prosegue il PLR.

«Se tutto ciò non piace, il PS non se la prenda tuttavia con chi con molto scrupolo applica le leggi che noi stessi ci siamo dati. In Svizzera, a differenza di altri Stati, l’iter per acquisire la cittadinanza è molto lungo e irto di ostacoli. Noi Svizzeri siamo troppo severi? Tutto ciò è ingiusto? Può darsi, ma ci si impegni per cambiare le leggi, non per cambiare chi le applica! E magari senza trasformare l’aula del pubblico democratico dibattito in curva da stadio, scimmiottando italici vizi lontani dalla nostra tradizionale sobrietà: il rispetto e la tolleranza è facile declamarli in astratto, ma poi passano anche da qui, dal rispetto delle persone che la pensano diversamente e dalle nostre istituzioni, foss’anche solo una semplice commissione del Consiglio comunale».

«Si rispetti quei commissari che, con buona pace dei socialisti e della loro tradizionale inclinazione al tutoraggio, si sono presi la responsabilità di una scelta difficile, forse impopolare, ma aliena da speculazioni elettoralistiche. Questa la “pericolosa deriva”. Il Consiglio Comunale ha potuto tranquillamente scegliere tra due tesi opposte e se si ravviseranno errori procedurali o iniquità, la legge stessa indica quali sono i rimedi e a chi inoltrare ricorso: tra questi non figura il PS» conclude il comunicato del PLR.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE