Un'interpellanza del Gruppo Popolare democratico chiede al Consiglio di Stato di prendere posizione in merito alla strategia del Gigante giallo
BELLINZONA - La ristrutturazione del Gigante giallo finisce nuovamente sui tavoli del Consiglio di Stato. Sotto la lente di una nuova interpellanza - presentata venerdì mattina dai deputati del Gruppo Popolare democratico Nadia Ghisolfi, Fiorenzo Dadò, Claudio Franscella, Luca Pagani e Alex Pedrazzini - è finita in particolare la pianificazione da parte della Posta del dialogo con i Cantoni, che a partire dal mese di giugno saranno «classificati in funzione della loro attitudine nei confronti dei progetti di chiusura». Rosso per quelli si oppongono allo smantellamento, giallo per chi esprime qualche dubbio e verde per chi accetta la strategia dell’ex regia federale.
Il Consiglio di Stato è quindi chiamato a «prendere una posizione definitiva», comunicandola alla «popolazione e al parlamento», in quanto questa sarà determinante per «le decisioni della Posta sul futuro della rete degli Uffici postali sul nostro territorio».
Il Gigante giallo prospetta infatti la chiusura di 32 uffici postali (su un totale di 113) in Ticino e l’analisi di ulteriori 46 nel corso dei prossimi tre anni. Una strategia che avrebbe «un impatto nefasto sul Ticino» e che andrebbe ad indebolire «il concetto di servizio universale che La Posta deve garantire in tutte le regioni del Paese, in virtù del suo mandato pubblico», ricordano i cinque firmatari, che pongono al Consiglio di Stato le seguenti domande: