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CANTONE«Presidente Beltraminelli, se ci sei batti un colpo!»

21.10.16 - 15:05
Marco Chiesa e Piero Marchesi criticano l'approccio del Governo a "Prima i nostri". «Quanto riferito a Schneider-Amman è una indegna e consapevole menzogna»
tipress
«Presidente Beltraminelli, se ci sei batti un colpo!»
Marco Chiesa e Piero Marchesi criticano l'approccio del Governo a "Prima i nostri". «Quanto riferito a Schneider-Amman è una indegna e consapevole menzogna»

BELLINZONA - All'indomani dell'incontro, a Berna, tra una delegazione del Consiglio di Stato e il Presidente della Confederazione Schneider-Ammann, l'UDC Ticino rende note a mezzo stampa le proprie impressioni circa l'approccio del Governo all'accettazione dell'iniziativa "Prima i nostri".

Il Consigliere nazionale UDC Ticino Marco Chiesa e il Presidente dell'UDC Ticino Piero Marchesi spiegano infatti di aver dato da subito la propria disponibilità per partecipare a un tavolo di lavoro «volto a concretizzare in breve tempo delle misure che rispettino il mandato costituzionale derivante dall’accettazione dell’iniziativa “Prima i nostri”».

«Settimana scorsa - spiegano - abbiamo dunque chiesto pubblicamente, a nome del Comitato d’iniziativa, di essere convocati dal Consiglio di Stato per costituire senza indugio il gremio che dovrà lavorare sugli importanti temi posti da “Prima i nostri”: la preferenza indigena, l’effetto di sostituzione, il dumping salariale e la reciprocità. Purtroppo abbiamo solo udito un assordante silenzio da parte del nostro Esecutivo e del suo Presidente ing. Paolo Beltraminelli».

È proprio al presidente del Governo che Chiesa e Marchesi rivolgono un appello, quello di farsi parte attiva nella costituzione di questo gremio. «Ci attendiamo da lui un ruolo di primattore in qualità di Presidente dell’Esecutivo cantonale evitando il gioco a nascondino al quale non si addice la carica che riveste».

I due rappresentanti UDC, inoltre, non digeriscono le dichiarazioni relative alla visita di ieri a Berna. «Affermano di aver spiegato che l’iniziativa (Prima i nostri) si avvicina a quanto è allo studio delle Camere federali e che il testo accolto dai ticinesi chiede l’introduzione di una preferenza indigena sul mercato del lavoro, sulla stessa linea di quanto sta elaborando il Parlamento federale per applicare l’iniziativa contro l’immigrazione di massa». «Teniamo a sottolineare in maniera chiara e ferma, quali promotori dell’iniziativa, che “Prima i nostri” non si avvicina per nulla a quanto si sta discutendo a Berna, neppure nel caso in cui l’applicazione fosse irrigidita come alcuni auspicano. Se questo, al contrario, fosse stato riferito al Presidente della Confederazione Schneider-Amman, si tratterebbe di una indegna e consapevole menzogna. Quello che hanno votato i ticinesi è una preferenza indigena sistematica e non a geometria variabile basata per di più su improbabili algoritmi».

Chiesa e Marchesi chiedono al Consiglio di Stato di «voler chiarire pubblicamente questo fondamentale aspetto discusso con il Presidente della Confederazione Schneider-Amman in maniera tale da poter correggere il tiro qualora fosse stato erroneamente informato così come riferito dai media».

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