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LUGANO«Dormì con un ragazzino, e lì la sua vita cambiò»

02.06.16 - 10:20
Processo al docente di Arbedo, l'avvocato Luigi Mattei va al contrattacco: «Il mio cliente non costruiva trappole per i bambini»
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«Dormì con un ragazzino, e lì la sua vita cambiò»
Processo al docente di Arbedo, l'avvocato Luigi Mattei va al contrattacco: «Il mio cliente non costruiva trappole per i bambini»

LUGANO - «Tutto è contro il mio cliente. Viene definito come un uomo arrogante e presuntuoso». Luigi Mattei, avvocato del docente di Arbedo a processo per presunti atti sessuali su fanciulli, apre così la sua arringa difensiva. È l'ultimo tentativo per tentare di togliere il 57enne alla sbarra dal tremendo guaio in cui si è cacciato. «La sua classe - dice l'avvocato - è stata descritta come un inferno. Non possiamo liquidare il mio assistito come una persona che in 30 anni di insegnamento ha sempre cercato di soddisfare le sue voglie deviate».

Difesa a spada tratta - A pochi metri, il maestro non perde una parola di quanto l'avvocato espone alla corte. «Stiamo parlando di un docente alla vecchia maniera. Dai modi bruschi, ma apprezzato anche da tanti allievi. Il mio cliente ha sempre fatto gli atti che gli sono rimproverati in classe, davanti a tutti. Nessuno dei ragazzini coinvolti ha dichiarato di essersi mai trovato da solo con il maestro. Non si può nemmeno dire che abbiamo a che fare con un uomo fortunato poiché intoccabile».

A letto col ragazzino - Poi il legale entra nei dettagli più scabrosi. «Il mio cliente è sempre stato in bilico sulla questione dell'omosessualità. Sappiamo che agli inizi degli anni '90 lui ha avuto attenzioni verso un ragazzino chiara . Un episodio vergognoso, accaduto alla vigilia del suo matrimonio, nel 1993. Ha dormito con questo bambino. Lo ha toccato e lo ha portato all'eiaculazione. Ha corso il rischio che la madre lo denunciasse. E che la sua vita andasse a rotoli».

La testa a posto - Per l'avvocato questo sarebbe un episodio chiave. Che avrebbe fatto mettere la testa a posto al docente. «Ha avuto una fifa boia. Anche per questo poi è riuscito a rimettere in piedi la sua esistenza. Ha fatto bene sul lavoro. Si è sposato. Ha avuto quattro figli. Non ci sono più stati episodi simili».

Paura - Mattei sembra non avere dubbi sulla buonafede dell'insegnante. «Quando dava una sberla a un allievo, non si nascondeva. Lo ammetteva. Ha mentito su certe altre cose, è vero. Soprattutto in merito al rapporto con alcuni ragazzini. Ma per paura. Temeva che tutto quello che faceva potesse costituire reato penale. E io lo capisco. Lui andava in classe anche al sabato e alla domenica. In una scuola deserta. A correggere i compiti e a preparare le lezioni. E mai una volta lì con lui c'era un ragazzino. Non è vero che il mio cliente costruiva situazioni per toccare gli allievi».

Ambiguità - Eppure di atteggiamenti ambigui, nell'atto d'accusa, se ne contano a decine. «Ma solo in un caso questi comportamenti sono stati equivocati. Le preferenze per i maschietti? Mi risulta che dal suo viaggio a Barcellona aveva portato un regalino a ogni membro della classe. Gli allievi nei verbali parlano di un maestro severo. Ma non dicono che avevano paura».

Le mani nei pantaloni - Mattei rievoca poi l'episodio in cui 25 anni fa il docente, durante una cerimonia religiosa, avrebbe infilato la mano nei pantaloni a un ragazzino per toccargli il sedere. «Reagendo d'istinto, il giovane ha fatto cadere il maestro. Tutti risero. Accanto alla notte trascorsa con un altro ragazzino nel 1993, questo è l'unico atto strano che risale agli anni '90. Il resto sono voci di malelingue».

Massaggi - E poi si parla dei massaggini, a cui l'insegnante era particolarmente avvezzo. «In alcuni casi erano gli stessi bambini a richiederli. E ai bambini infastiditi lui non li faceva. Questi massaggi non hanno nulla a che vedere con gli atti sessuali. Il solletico? È chiaro che questi contatti creano una promiscuità fisica tra docente e bambino. Bisognerebbe astenersi in modo completo da questi atti. Ma bisogna capire come i bambini li hanno vissuti».  

Il ragazzo vivace - Mattei si sofferma su uno dei ragazzini che ha incastrato il maestro di Arbedo. Quello verso cui, negli ultimi tempi prima dell'arresto, il docente avrebbe avuto tante attenzioni. «Questo ragazzino piaceva al mio assistito. Purtroppo. L'insegnante ha avuto un rapporto deviato con il bambino. È evidente». Sui dettagli, però, soprattutto se il maestro abbia toccato gli organi sessuali del minore, ci sono dubbi.  

Oltre i limiti - Mattei racconta la sofferenza del ragazzino. «Il mio cliente in un caso è andato consapevolmente oltre i limiti. E il bambino se ne è accorto. La fiducia verso il suo maestro è stata oggettivamente tradita, e qui c'è poco da discutere. C'è invece da discutere sugli altri due bambini su cui, secondo l'atto d'accusa, il maestro avrebbe commesso atti sessuali. Uno dei due dice che il maestro non l'ha mai toccato nella zona pubica».

Tentativi - Su sei ragazzini il maestro avrebbe 'solo' tentato di commettere atti sessuali. «Secondo l'atto di accusa, ogni volta che il docente ha toccato la pancia a un allievo è stato un tentativo... Mi sembra che si stia semplificando troppo. Sappiamo che il mio cliente era viscido quando toccava quel bambino specifico di cui ho già parlato prima. E forse lo è stato anche con gli altri due. Però lo faceva davanti a tutti. E non si può ancora parlare di atti sessuali. Lui si tratteneva. Si tratta di comportamenti inadeguati, ma non di reati penali. I massaggi non avevano secondi fini». 

Esclusione - Insomma, Mattei esclude che i 6 'tentativi' di cui parla l'atto d'accusa debbano essere presi in considerazione nell'ottica del reato sessuale. «Lo ripeto. Il mio cliente agiva in pubblico. Non esistono tentativi».

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