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CANTONEAggressione in carcere, conclusa l'inchiesta

27.05.15 - 16:58
Il Dipartimento delle Istituzioni: "Sostegno e fiducia nell'operato delle strutture carcerarie"
Aggressione in carcere, conclusa l'inchiesta
Il Dipartimento delle Istituzioni: "Sostegno e fiducia nell'operato delle strutture carcerarie"

BELLINZONA - E' ritenuto colpevole dalla Procura di abuso di autorità e di lesioni semplici l'agente di custodia che lo scorso mese di marzo subì la frattura di un polso in circostanze che fecero notizia. Un detenuto italiano di 49 anni il 21 marzo scorso sferrò violenti calci alla porta della propria cella. Per evitare che arrecasse danni, in primo luogo a sé stesso, intervennero degli agenti di custodia, cercando di calmarlo.

Non appena entrato in cella, l'agente era stato colpito con una sedia, riportando una frattura al polso della mano sinistra. Il detenuto, da parte sua, ha sostenuto di essere stato aggredito da alcuni agenti e nella colluttazione aveva riportato degli ematomi.

Oggi è giunta dal Ministero Pubblico una nota in cui si informa che, dopo questo fatto era stato aperto un procedimento penale che ha coinvolto anche altri cinque agenti di custodia intervenuti per sedare quella che, infine, è stata ritenuta una lite.

L'inchiesta del Ministero Pubblico è stata conclusa con tre decreti di accusa per abuso di autorità e vie di fatto (con pene pecuniarie sospese) nei riguardi di altrettanti dipendenti della struttura, e uno per abuso d'autorità e lesioni semplici. Sono inoltre stati emessi due Decreti di abbandono del procedimento. Nei confronti del detenuto a sua volta è stata prospettata anche la promozione dell'accusa di violenza contro pubblici funzionari. L'indagine è stata coordinata dal procuratore pubblico Chiara Borelli.

Come riferisce la Rsi, l'agente ferito è stato ritenuto colpevole anche di aver sferrato a sua volta due pugni al volto. Contro quattro secondini è stata proposta una pena pecuniaria sospesa per due anni con sanzioni che vanno dalle 30 alle 90 aliquote giornaliere. Per gli altri due, come detto, sono stati emessi due Decreti di abbandono.

La reazione del DI - In una nota diramata mercoledi pomeriggio, il Dipartimento delle Istituzioni "prende atto dell'emanazione di quattro decreti di accusa e due decreti di abbandono contro altrettanti agenti di custodia impiegati presso la Farera e ribadisce, attraverso il direttore Norman Gobbi, il suo sostegno e la sua fiducia nell'operato di tutto il personale attivo presso le Strutture carcerarie, in particolare negli agenti di custodia, che svolgono quotidianamente una mansione complessa, quanto estenuante, a tutela della dignità e della legalità dello Stato.

Il Dipartimento delle Istituzioni, benché ritenga non tollerabile il comportamento assunto dagli agenti, sempre se confermato dall'esito della procedura penale, aggiunge che esso è stato causato "dalle parecchie provocazioni di un detenuto".

Nella nota del DI si precisa, inoltre, che l'episodio resta un caso isolato e che correttivi sono stati nel frattempo implementati da parte del Direttore delle strutture carcerarie Stefano Laffaranchini.

Oltre alle misure di carattere logistico adottate (creazione di celle predisposte per prevenuti particolarmente agitati), - come si legge nella nota - "sono state ridefinite le procedure d’intervento in caso di persone incarcerate che stanno mettendo a rischio la propria incolumità e quella altrui. Inoltre, è stata incrementata la formazione degli agenti di custodia sull’uso della forza e delle misure coercitive, come pure la formazione dei quadri sulla gestione dell’intervento di contenimento nel suo insieme".

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