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CANTONEAllontanato dalla Svizzera, potrà rientrare un anno prima

20.12.17 - 16:21
Il Taf riduce il divieto d’entrata stabilito nei confronti di un portoghese: «Non si può escludere il rischio di recidiva, ma dal 2012 non ha più commesso reati»
Allontanato dalla Svizzera, potrà rientrare un anno prima
Il Taf riduce il divieto d’entrata stabilito nei confronti di un portoghese: «Non si può escludere il rischio di recidiva, ma dal 2012 non ha più commesso reati»

LUGANO - Il divieto d’entrata in Svizzera è confermato, ma per quattro anni invece di cinque. Quindi fino al 25 gennaio 2020. È quanto ha stabilito il Tribunale amministrativo federale (Taf), accogliendo parzialmente il ricorso di un portoghese 36enne che nell’autunno 2015 aveva dovuto lasciare il nostro paese, dopo che vi aveva vissuto dal 1989 (all’epoca aveva otto anni). Il divieto d’entrata era poi stato emanato il 26 gennaio 2016 dalla Segreteria di Stato della migrazione (SEM) a seguito dei «ripetuti comportamenti delittuosi» assunti dall’uomo, che a più riprese in Ticino era stato condannato per stupefacenti ma anche per reati di violenza o minaccia contro le autorità e i funzionari, e vie di fatto.

Il portoghese ha giocato in particolare la carta dei legami famigliari. Ma la Corte ritiene che i rapporti in Svizzera non siano abbastanza stretti. «Nel caso in esame il ricorrente è celibe e senza prole, dagli atti non risulta nemmeno che vi sia un particolare rapporto di dipendenza con i genitori» si legge nella sentenza. Nel ricorso si parla unicamente del «desiderio di potersi recare in visita a parenti e amici».

La Corte ha comunque ridotto, come detto, la durata del divieto d’entrata, considerando che l’ultimo reato commesso dal ricorrente risale al 26 agosto 2012 «e che da allora egli sembra essersi astenuto dal commetterne altri in Svizzera e in patria». Il rischio di recidiva non può tuttavia essere completamente escluso.

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