Non è un semplice mal di testa. Il drammatico caso di una 25enne ticinese. Il neurologo Pierluigi Pedrazzi: «Ne soffre tra il 10 e il 15% della popolazione»
BELLINZONA – «La mia esistenza? Totalmente condizionata dall’emicrania». Non è un normale mal di testa, quello che regolarmente si abbatte su Claudia (il vero nome è noto alla redazione), 25enne di Bellinzona. Il suo è un caso drammatico. Soffre di questo problema sin da quando era bambina. «Ma dopo i 16 anni è cresciuto a dismisura. Oggi sono costretta a stare per 5 giorni su 7 a letto».
Un problema diffuso – «Quello dell’emicrania – spiega Pierluigi Pedrazzi, neurologo presso l’Ente Ospedaliero Cantonale – è un problema che colpisce tra il 10 e il 15% della popolazione. Statisticamente le donne tra i 30 e i 50 anni sono le persone più colpite, per ragioni anche di natura ormonale». Le cause dell’emicrania possono essere molteplici. Si va dalla predisposizione genetica allo stress. «Alcuni – riprende l’esperto – ne soffrono in particolare nei momenti di relax. Ad esempio nel weekend, quando la tensione cala».
Suggestione o realtà – I dolori di Claudia, invece, sono più intensi. Ora ha deciso di giocarsi il tutto per tutto. «Ho due diplomi. Uno come segretaria, l’altro come venditrice. Ma al momento non sto lavorando. Perché voglio andare a fondo della mia situazione. Capire da dove arriva il mio problema. Ho perso tempo anche a causa di alcuni medici. Dicevano che tutto derivava dalla suggestione. Che ero io a mettermi in testa di avere questo problema. Sono stata sottovalutata».
Pastiglie a gogo – Nel corso delle prossime settimane Claudia farà test approfonditi. Anche su eventuali intolleranze alimentari. «Finora ho provato tutte le cure possibili. Appena smetto di prendere pastiglie, l’emicrania ritorna. Ma non posso nemmeno continuare a riempirmi di farmaci. Sono tanti. E a lungo andare ti rovinano l’organismo».
Incomprensioni sul lavoro – Claudia è una ragazza intelligente, capace. Ma non sempre è stata capita. «Soprattutto durante la mia ultima esperienza lavorativa – racconta –. Quando il mio capo mi diceva “cosa vuoi che sia un mal di testa…” Io stavo male. Soffrivo. Ma per loro quella non era una buona scusa per stare in malattia». «Si tratta di una situazione frequente – sottolinea Pedrazzi –. Spesso l’emicrania viene banalizzata dai datori di lavoro. Ma anche da alcuni medici. Direi che non viene sufficientemente diagnosticata».
Non tutto è chiaro – Eppure, basterebbe analizzare i sintomi. «Solitamente – fa notare lo specialista – l’emicrania comporta un dolore più intenso e localizzato rispetto al normale mal di testa. Può essere accompagnato da nausea, vomito, abbattimento. Negli ultimi decenni scientificamente sono stati fatti parecchi progressi nell’analizzare le varie tipologie di emicrania. Anche grazie alla risonanza magnetica. Sappiamo che quando subentra l’emicrania, il cervello umano sprofonda in una sorta di attività anomala. Da lì si scatena una serie di eventi che coinvolge vasi sanguigni, meningi, e così via. Tuttavia, non si conoscono ancora tutti i meccanismi che possono contribuire alla formazione di questo fenomeno complesso».
Un mare di rinunce – Quello che è certo è che chi ne soffre si trova confrontato con pesanti rinunce. Claudia ne è un esempio lampante. «Spesso devo rinunciare a uscite con amici per colpa di questo problema. Per non parlare delle vacanze al mare. Non ho mai trascorso un’intera settimana senza avere a che fare con l’emicrania. Non so cosa voglia dire».
C’è bisogno di tempo – In un mondo quasi totalmente immerso in onde elettromagnetiche, il rischio di emicrania è destinato ad aumentare? La scienza su questo aspetto non ha ancora risultati esaustivi. Così come è palese che l’emicrania non sia considerata dall’opinione pubblica come una malattia a tutti gli effetti. «Anche se di fatto lo diventa, quando è resistente ai medicamenti – ammette Pedrazzi –. Potenzialmente l’emicrania è un problema che accompagna il paziente per tutta la vita. Anche se col passare degli anni gli episodi si fanno più rari. È anche una questione di tempo. Chi soffre di emicrania, solitamente necessita di tempo. Per esprimere i sintomi. E per capire. Non sempre si può guarire. Però si può cercare di migliorare la situazione. Di stabilizzare il problema».