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LUGANOUn dibattito sulla sovramedicalizzazione

17.11.17 - 14:53
Ieri sera il tema è stato al centro di una serata di riflessione promossa dall'EOC e ACSI
Un dibattito sulla sovramedicalizzazione
Ieri sera il tema è stato al centro di una serata di riflessione promossa dall'EOC e ACSI

LUGANO - Si è tenuto ieri sera un evento di dibattito e riflessione con specialisti del mondo della sanità. I dibattiti sul sistema sanitario sono sistematicamente legati all’evoluzione sempre crescente dei costi del sistema stesso. Nella ricerca delle cause e delle possibili soluzioni alla crescita degli oneri, da qualche anno il tema della sovramedicalizzazione è tra i più discussi, soprattutto a livello internazionale. Il fatto che si potrebbe fare non solo bene ma pure meglio riducendo esami, interventi e terapie provate come non necessarie, è ormai una realtà confermata da anni di sperimentazioni e osservazioni a più livelli. Si stima che fino al 30% delle cure fornite nel campo sanitario siano inutili se non addirittura dannose per il paziente.

Proprio la sovramedicalizzazione e l’appropriatezza delle cure sono state al centro di una serata di riflessione, promossa da curafutura in collaborazione con l’Ente Ospedaliero Cantonale (EOC) e l’Associazione Consumatrici e Consumatori della Svizzera italiana (ACSI), alla presenza di oltre un centinaio di partecipanti. Nell’introdurre la serata, Pius Zängerle, Direttore di curafutura, ha messo l’accento proprio sulla responsabilità delle assicurazioni malattia nel cercare di identificare quegli elementi nel sistema che possono essere migliorati.

Nel suo saluto, il Consigliere di Stato e Direttore del Dipartimento della sanità e della socialità (DSS) Paolo Beltraminelli ha insistito sulla necessità di lavorare di concerto sulla tematica. Iniziative singole dei partner coinvolti risultano poco efficaci se non concordate tra le parti e capite in primo luogo dal paziente stesso che pretende riposte esaustive, comprensibili e risolutive. Questa cause sono state illustrate dal Dr med. Luca Gabutti, Capo del Dipartimento di medicina interna dell’EOC e Professore presso la neocostituita Facoltà di scienze biomediche dell’USI, che ha inoltre riportato cifre sorprendenti e preoccupanti sulla sovramedicalizzazione in Svizzera e nel mondo occidentale. Nei Paesi occidentali si valuta che l’ammontare delle prestazioni che non apportano nessun beneficio ai pazienti si situi tra il
20% e il 30% della spesa sanitaria. Secondo Gabutti non vi sono ragioni per ritenere che anche in Svizzera non accada la stessa cosa. Diversi approfondimenti accademici confermano che per limitare esami e trattamenti non necessari, che non solo fanno crescere oltre misura i costi ma possono anche danneggiare i pazienti, sia fondamentale, oltre al ruolo centrale dei medici, anche il ruolo dei pazienti e delle istituzioni.

Esattamente in questo contesto si inserisce la campagna promossa dall’EOC, «Choosing Wisely» (tradotto: scegliere con saggezza). Angela Greco, coordinatrice della campagna, ne ha illustrato obiettivi e contenuti. Con un approccio basato sui dati e sulla trasparenza, «Choosing Wisely» ha dimostrato come sia possibile ridurre le prescrizioni di alcuni farmaci – ad esempio le utilizzatissime benzodiazepine –, aumentando così l’appropriatezza dei trattamenti e delle cure. Per fare ciò sono però necessarie alcuni premesse determinanti, tra le quali il monitoraggio sistematico per la raccolta dei dati e la trasparenza, la formazione del personale medico e infermieristico e il coinvolgimento dei pazienti.

Questi elementi hanno dato gli spunti per un vivace dibattito in occasione della tavola rotonda alla quale hanno partecipato, oltre ai relatori, Fabrizio Barazzoni, Capo Area formazione accademica, ricerca e innovazione della Direzione generale dell’EOC, Antoine Casabianca, Consulente ACSI, Olivio Lama, santésuisse/tarifsuisse Ticino e Laura Regazzoni Meli, Segretaria generale ACSI.

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