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LUGANO«Clienti molesti». I panettieri di notte non aprono più

14.11.17 - 06:03
I giovani hanno i loro posti dove placare la fame (chimica) dopo le serate brave. Ma secondo l'Ampcc «ci sono troppi problemi di ordine pubblico»
«Clienti molesti». I panettieri di notte non aprono più
I giovani hanno i loro posti dove placare la fame (chimica) dopo le serate brave. Ma secondo l'Ampcc «ci sono troppi problemi di ordine pubblico»

LUGANO. La scena si ripete ogni weekend, e per qualcuno è troppo. «Il problema è anzitutto igienico. Gente che arriva con la bottiglia, la sigaretta accesa nel laboratorio, a fare casino, non ne vogliamo». Alla panetteria Peverelli di Bellinzona, la titolare ha fatto una scelta drastica: «Da qualche tempo prima dell'alba non apriamo più a nessuno – spiega. – Per gli altri esercizi non posso parlare».

La coda notturna - Da Bellinzona a Chiasso, il popolo della notte da che mondo è mondo fa la coda davanti ai (pochi) esercizi aperti dopo le 22. Pasticceri, paninari: i giovani hanno i loro posti dove placare la fame dopo le serate brave nel weekend. Ma per gli esercenti la clientela rumorosa è diventata un problema. Settimana scorsa il Kebab Mesopotamia vicino all'Usi, a Lugano, ha dovuto sospendere l'apertura notturna. «I vicini si lamentano per i rumori e sono stato chiamato in polizia» conferma il titolare. Una misura presa malvolentieri: «La notte abbiamo più domanda che di giorno. È un peccato. Del resto i giovani da qualche parte andranno comunque».

«Non diciamo di no, ma...» - In tempi di crisi gli affamati notturni fanno gola agli esercenti. I laboratori dei panettieri, aperti la notte, da sempre arrotondano grazie ai clienti (giovani per lo più) che bussano al retrobottega chiedendo kiffel, brioche, focacce. «Se qualcuno bussa non diciamo di no ma non incoraggiamo certo questa clientela» spiegano dal forno De Giovanetti di Sementina: il flusso comunque «non è tale da poterci permettere una cassa nel laboratorio».

L'associazione di categoria - Questo vale per la quasi totalità dei forni ticinesi, stando all'associazione di categoria Ampcc. Secondo il presidente Massimo Turuani, di notte il problema sono però più gli schiamazzi che gli scontrini: «I dipendenti corretti intascano i contanti e poi li depositano in cassa all'apertura del negozio la mattina. Il nero si evita, se si vuole. Con i clienti molesti è più difficile».

Lamentele e rumore - Il risultato: diversi forni, negli anni, hanno così deciso di chiudere i retrobottega cessando la somministrazione notturna: «Io stesso un paio di volte ho dovuto chiamare la polizia, per dei clienti ubriachi e insistenti» afferma Turuani. «Peccato perché di questi tempi nessuno manda via un cliente volentieri». La paura di problemi di ordine pubblico e delle lamentele dei vicini, però, è più forte anche della crisi. 

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