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DAVESCO«Così siamo stati sfrattati»

06.07.17 - 11:30
La famiglia di Sarah Ponti si è trovata senza un tetto sopra la testa. E punta il dito contro l'Autorità Tutoria e l'assistenza
foto tio.ch/20minuti
Sarah Ponti tra le sue cose impacchettate nel garage dei suoceri, a Davesco
Sarah Ponti tra le sue cose impacchettate nel garage dei suoceri, a Davesco
«Così siamo stati sfrattati»
La famiglia di Sarah Ponti si è trovata senza un tetto sopra la testa. E punta il dito contro l'Autorità Tutoria e l'assistenza

DAVESCO - Sarah Ponti, 41 anni, non sa di far parte di una statistica, quella pubblicata ieri dal Cantone sul boom dell'assistenza, e non gliene importa. Deve pensare ai due figli, di 11 e 12 anni; al marito senza lavoro; alle sue cose stipate in un garage a Davesco, nella casa dei suoceri. «È un momento difficile – lamenta. – Ora speriamo in una rinascita». Lo sfratto è diventato realtà venerdì scorso per la famiglia luganese: documentato passo passo da tio.ch/20minuti, è l'esito di un'odissea «in cui siamo stati lasciati completamente da soli». La donna punta il dito, in particolare, contro l'Autorità tutoria: «Da oltre un mese non rispondono ai nostri solleciti».

Odissea burocratica - Dalla casa dove stava in affitto, a Fescoggia, la famiglia ha intanto dovuto fare le valigie, dopo che a marzo era arrivata la lettera di disdetta. Le difficoltà in realtà erano iniziate ben prima: a ottobre 2015 (e non ottobre 2016, come precedentemente riferito) la famiglia ha fatto richiesta per l'assistenza; gli aiuti però sono arrivati solo dopo cinque mesi d'attesa. «Per tutto quel tempo siamo sopravvissuti grazie agli alimenti del mio ex marito, mille franchi al mese per quattro» protesta Ponti. «Bastavano appena per il cibo, figuriamoci per l'affitto».

Boom di domande - Il caso è solo uno di quelli (sempre più numerosi) da cui è sommerso l'Ufficio del sostegno sociale: i dati pubblicati ieri dal Dss fotografano un boom delle pratiche gestite (+62% dal 2010 al 2016) e delle spese (+80% nello stesso periodo). «I dossier per operatore sono passati da 182 a 268 in sei anni. La crescita dell'attività è stata solo parzialmente bilanciato da un adeguamento delle risorse» spiega in una nota il Dipartimento, che ha deciso di aumentare di cinque unità il personale dell'ufficio «per far fronte alla situazione».

«Abbiamo tagliato su tutto» - La famiglia Ponti, intanto, ha dovuto armarsi di pazienza. «Abbiamo tagliato su tutto, mangiato al Tavolino magico, chiesto soldi a parenti». Lo sfratto è stata la ciliegina sulla torta. Nonostante gli sforzi Sarah non è riuscita a trovare una nuova casa prima dei termini della disdetta. «All'improvviso ci siamo trovati soli. La nostra curatrice non rispondeva al telefono, abbiamo scritto una lettera all'Autorità Tutoria a maggio e tutt'ora aspettiamo una risposta» racconta. «Ora da sei giorni dormiamo da parenti». Dopo tante ricerche infine, tramite la Cassa pensioni di Lugano (Cpcl) si è forse trovava una sistemazione. E la 41enne si chiede «chi ci ripagherà di quello che abbiamo passato?». 

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