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CANTONE / CONFINE«Chi guadagna poco continuerà a farlo. Scapperanno i cervelli»

08.06.17 - 15:56
Le previsioni post accordo fiscale del presidente dell'Associazione Frontalieri Ticino: «Quelli che non scapperanno si trasferiranno in Ticino. E gli affitti saliranno alle stelle»
tipress
«Chi guadagna poco continuerà a farlo. Scapperanno i cervelli»
Le previsioni post accordo fiscale del presidente dell'Associazione Frontalieri Ticino: «Quelli che non scapperanno si trasferiranno in Ticino. E gli affitti saliranno alle stelle»

LUGANO - «Lo sciopero non serve a nulla se non a far chiudere quelle aziende, penso al Mendrisiotto, che sono già in gravi difficoltà». L'approssimarsi della ratifica dell'accordo fiscale, fattosi più vicino dopo la rinuncia all'obbligatorietà del casellario per la concessione di permessi G e B, preoccupa non poco Eros Sebastiani, presidente dell'Associazione Frontalieri Ticino. Questi, tuttavia, non crede che sia attraverso l'astensione al lavoro che si otterranno risultati.

Il riferimento è a Marco Villa e alle sue dichiarazioni sulla pagina Facebook “Frontalieri Ticino”. «Non siamo più negli anni ‘70. E poi sciopero cosa vuol dire? Dove lo fai, in Svizzera o in Italia? Io la trovo una soluzione inutile. Credo piuttosto che per prendere posizione occorra prepararsi prima e cercare di parlare con chi di dovere. In Regione Lombardia ad esempio. O a Roma».

Sebastiani guarda con scetticismo alle motivazioni dietro l’accordo fiscale: «Servirà per combattere il dumping salariale? non credo proprio. Pensano di eliminarlo con una tassazione? Di fatto questa doppia fiscalità colpirà principalmente quelli che hanno reddito medio-alto. Chi, insomma, percepisce salari sopra i 5000 franchi. I lavoratori che guadagnano 1500/2000 franchi quasi non se ne accorgeranno della doppia imposizione. Per loro il “danno” sarà di un centinaio di franchi in meno. Sopra i 5000 franchi parliamo invece di un aggravio da oltre 1000 franchi. Al mese».

Per Sebastiani lo scenario che si prefigura non è dei più rosei: «Ne risentirà chi non è causa di dumping. E questo cosa porterà? A nuovi contratti fasulli. A gente che verrà assunta al 50% e il resto lo prenderà in nero. Ma anche a meno soldi spesi in Ticino da tutti quei frontalieri che vanno alla Migros, al Serfontana, al Fox Town, solo per fare degli esempi. Qui non solo non si elimina il dumping, ma si impoveriscono persone qualificate».

Secondo il presidente dell’Associazione Frontalieri il rischio è della fuga di cervelli: «Se non c’è più convenienza molti se ne andranno. E non sto parlando di manovalanza, ma di chi porta valore aggiunto. Questo mentre la fascia di confine diventerà sempre più una zona depressa. Abbiamo chiesto una valutazione delle ripercussioni economiche al Senato della Repubblica. Ci hanno risposto picche». 

Tre i futuri scenari che ipotizza Sebastiani: «I frontalieri a quel punto chiederanno la tassazione ordinaria in Svizzera, andando a massacrare l'Italia che non vedrà più i ristorni. Ed è lo scenario migliore. Perché non mancheranno quelli che divorzieranno, prenderanno un tre locali e mezzo in Ticino assieme ad altre 5 persone facendo salire i già altissimi affitti delle case. Peggio ancora andranno via del Ticino le persone con valore aggiunto. E con loro società farmaceutiche, tecnologiche, private del personale specializzato. Dall’altra parte del confine ci sarà un crollo del valore immobiliare stimato attorno al 30%».

Sebastiani cerca il dialogo: «Vorrei un dibattito pubblico con Lega, UDC e PS. Dobbiamo guardarci in faccia per parlare di numeri e problematiche. E vedere se si può mettere la parola fine a questo clima di terrore che da troppo tempo aleggia tra chi lavora in Ticino».

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