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CANTONEAsilo, un nuovo mandato diretto? «Modo di procedere molto discutibile»

05.06.17 - 11:36
L’associazione DaRe lamenta una nuova assegnazione senza concorso nell’ambito dell’accoglienza: Caritas pagata per supervisionare il volontariato. Il Dss risponde.
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Asilo, un nuovo mandato diretto? «Modo di procedere molto discutibile»
L’associazione DaRe lamenta una nuova assegnazione senza concorso nell’ambito dell’accoglienza: Caritas pagata per supervisionare il volontariato. Il Dss risponde.

BELLINZONA - Non smette di far discutere la gestione da parte del Cantone del sensibile ambito dell’accoglienza dei richiedenti l’asilo. Dopo il caso Argo 1 e i numerosi mandati diretti assegnati in questo settore, emerge un nuovo caso, che sarebbe addirittura successivo allo scandalo della società di sicurezza.

«Due mesi fa, dopo aver annunciato a tutte le pensioni e protezioni civili che i buoni di 50 franchi per richiedenti l’asilo per acquistare vestiti presso la Caritas e la Croce rossa non erano più validi, l’ufficio di Carmela Fiorini ha chiesto alla nostra associazione di presentare un progetto per coprire tutte le richieste di vestiario provenienti dalle 17 strutture che accolgono richiedenti l’asilo», si legge. Il progetto è stato presentato e si incentrava su «una collaborazione professionale e gratuita. Una collaborazione professionale che prevedeva solo la copertura dei nostri costi (per esempio per la locazione del magazzino) e garantiva un servizio efficace ed economico».

La decisione dell’Ussi, però, è stata diversa: «l’autorità cantonale ha conferito a Caritas il mandato (nota bene pagando un collaboratore al 50%) di coordinare i volontari e le volontarie che si occupano di rifugiati nel nostro cantone. In altre parole, d’ora in poi la nostra associazione, che conta il maggior numero di volontari attivi sul territorio cantonale, dovrebbe sottostare a Caritas che, retribuita dal cantone, coordinerebbe anche le nostre attività». Pressoché un monopolio secondo i volontari di DaRe: «Riteniamo che, anche alla luce del caso Argo, questo modo di procedere sia molto discutibile. Il mandato è stato conferito, senza concorso, a un ente politicamente e religiosamente molto profilato, che ora, grazie a questo ulteriore incarico, gestirà in Ticino quasi tutte le attività nel campo della socialità».

Ecco quindi la scelta da parte dell’associazione DaRe, di continuare il proprio lavoro senza sottostare a questa decisione: «Alla luce di questa situazione, riteniamo quindi più opportuno continuare la nostra attività in maniera autonoma, anche se ci è stato caldamente consigliato di sottostare a Caritas. Per noi questa ipotesi è inaccettabile, perché la merce che distribuiamo gratuitamente ci viene donata dalla popolazione, che spesso dichiara di preferirci a Caritas e alla Croce rossa, che invece rivende la merce donata».

Pur se all'estero, il direttore del Dipartimento della sanità e della socialità Paolo Beltraminelli ha voluto chiarire alcuni punti: «Il mandato a Caritas, come a molti altri, tra cui Sos e Croce Rossa, è stato affidato dal Consiglio di Stato». Il consigliere di Stato Ppd spiega comunque di essere aperto al dialogo con le nuove associazioni nate sul territorio, così da trovare il modo di «valorizzare il loro contributo».

Infine, il direttore della Divisione dell'azione socialee delle famiglie Renato Bernasconi, alla Rsi ha spiegato i motivi che hanno portato a scegliere Caritas: «Sul mercato non vi erano molti soggetti che potevano svolgere questo compito», ha dichiarato. Bernasconi ha anche spiegato perché si è scelto di assumere una persona per gestire delle attività finora svolte a titolo gratuito e benevolo: «I volontari mettono a disposizione le loro energie per aiutare le persone, spesso però si trovano confrontati con limiti di capacità e per questo motivo, con il coordinamento, vogliamo mettere in rete i diversi attori per garantire una continuità nel tempo della loro azione, che è fondamentale».

 

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