Internet a sorpresa, fastidioso disguido per un trentenne in vacanza relax. L’episodio riapre il dibattito su un problema mai risolto. Gli operatori: «Non è colpa nostra»
BELLINZONA - Voleva trascorrere qualche giorno in montagna senza essere disturbato da nessuno. E per questo ha deciso di lasciare a casa il cellulare, puntando sul telefonino di riserva. Rigorosamente senza internet. Ma non appena acquistata la ricarica della prepagata, l’operatore, in questo caso Swisscom, inizia a fatturargli due franchi al giorno come forfait giornaliero per l’utilizzo della rete web. Fastidioso disguido per un trentenne bellinzonese alla ricerca di un po’ di relax sul San Bernardino. «Ogni giorno mi arrivava il messaggio in cui mi veniva annunciato il sovrapprezzo per internet. Al terzo giorno ho chiamato il servizio clienti. Mi hanno detto che il problema non è nuovo».
Un disagio che si ripete - E infatti della questione dei costi telefonici aggiuntivi causati da connessioni a internet non richieste dall’utente si discute da anni. Il problema non riguarda ovviamente solo Swisscom. Ma anche altri operatori. «Si tratta di situazioni che si verificano con una certa frequenza. Spesso coinvolgono persone che hanno già una determinata età o che non hanno dimestichezza con le nuove tecnologie» avevano dichiarato dal servizio info consumi, dell’Associazione consumatrici della Svizzera italiana, nel gennaio 2015 in merito a un caso analogo.
Prepagate e abbonamenti con internet limitato - «Non siamo direttamente responsabili di questo problema – spiega Mauro Regusci, portavoce di Swisscom – tuttavia abbiamo preso le necessarie misure per risolverlo. Purtroppo ogni tanto spunta qualche nuovo caso, in quanto il disagio è direttamente legato al software degli apparecchi e ai produttori. A essere colpiti sono i clienti che usano prepagate o che hanno abbonamenti senza un volume di dati compreso».
Impostazioni fatali - Ma cosa succede in pratica? Regusci sintetizza con un esempio: «In alcuni telefonini, per particolari impostazioni predefinite, scatta una richiesta di numero IP, anche se il traffico dati è disattivato. L’apparecchio si sincronizza con la rete, senza che il cliente lo desideri. Si tratta di una sessione dati fantasma che potenzialmente fa subentrare il costo aggiuntivo per il cliente. Dall'autunno del 2015 Swisscom ha introdotto un sistema capace di riconoscere queste sessioni dati fantasma. In modo poi da non fatturarle al cliente».
I limiti della tecnologia - E allora come è possibile che alcuni apparecchi sfuggano ancora a questo meccanismo di controllo? Regusci è chiaro: «La tecnologia ci dà tanti vantaggi. Ma ha anche qualche limite. Gli apparecchi in commercio sono tantissimi. Evidentemente alcuni riescono ancora a evadere il nostro controllo. In certe situazioni è il cliente stesso a sbagliare le impostazioni, magari riattivando il traffico dati senza rendersene conto. E in rare circostanze pure le app possono giocare brutti scherzi, basta un click sbagliato…»
Le responsabilità del negoziante - In alcuni casi la responsabilità è anche del negoziante. «I cellulari oggi sono venduti con tutte le opzioni attivate. Il commesso prima di vendere il telefonino al cliente dovrebbe chiedergli se desidera disattivare il traffico dati. E perlomeno indicargli come comportarsi in caso di dubbio. Dal canto nostro, dopo avere analizzato quei casi eccezionali residui, quando è evidente che la responsabilità è di Swisscom, rimborsiamo al cliente la cifra fatturata per errore».