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CANTONEDal Ticino arriva la bocciatura: «La cannabis senza THC non ha senso»

26.04.16 - 17:00
Il Svizzera c'è fermento tra Cannabis Social Club, Canapa in farmacia e persino marijuana senza "sballo". L'esperto: «È il momento di pensare alla salute del consumatore»
Dal Ticino arriva la bocciatura: «La cannabis senza THC non ha senso»
Il Svizzera c'è fermento tra Cannabis Social Club, Canapa in farmacia e persino marijuana senza "sballo". L'esperto: «È il momento di pensare alla salute del consumatore»

LUGANO - Cannabis Social Club a Ginevra, Canapa nelle farmacie a Berna, e ora persino marijuana senza THC. Si moltiplicano nell'ultimo periodo i progetti pilota che cercano di affrontare la questione canapa, la sostanza stupefacente più consumata in Svizzera.

Uno su quattro ha fumato uno spinello - I dati parlano chiaro: «Uno su quattro ha provato almeno una volta nella vita lo spinello, un 15-20% della popolazione ne fa un uso occasionale e quasi un 5% ne fa un uso quotidiano, più problematico». Come ci spiega Guido De Angeli, responsabile del progetto di riduzione dei rischi di Radix Svizzera italiana denominato danno.ch, il rischio è  dietro l'angolo e giustifica quindi la ricerca di un approccio diverso al problema. «In particolare ne fanno uso i giovani, tra i 15 e i 19 anni. Il consumo, ad oggi, rischia di venire banalizzato e questo  perché per la canapa non esistono misure specifiche per limitarne l'accesso. Insomma l'obiettivo di una possibile regolamentazione potrebbe essere in primis la salute pubblica».

Non c'è solo il THC, il principio attivo dello "sballo" - Per De Angeli, infatti, la regolamentazione potrebbe finalmente tutelare e offrire sostegno anche ai consumatori di canapa, oltre che permettere maggiori controlli della qualità della sostanza e anche dei suoi principi attivi. «Nella canapa ci sono una 60ina di cannabinoidi che influenzano il modo in cui funziona il cervello - ci spiega -. Uno di questi, il più noto, è il THC (tetraidrocannabinolo), che ha effetti piu psichedelici». Quello che, in soldoni, porta allo "sballo".

Ma non è l'unico principio attivo. «Ci sono anche i cannabidioli (CBD) e i cannabinoli (CBN). Soprattutto i primi vengono usati nei farmaci per le terapie legate a stadi ultimali del cancro, alla sclerosi multipla o le ultime fasi dell'AIDS». Ma non solo. il CBD, infatti, è in grado anche di modulare o ridurre l'effetto psichedelico del THC. «Insomma - sottolinea De Angeli - è possibile selezionare varietà con minori rischi per la salute mentale. Varietà con bassi contenuti di THC e elevati contenuti di CBD. In un sistema regolamentato si avrebbe l'occasione di avere un maggiore controllo anche sulle varietà».

Canapa senza THC per la salute? «Ha poco senso» - Produrre cannabis da fumare senza THC, per De Angeli tuttavia ha poco senso. «È un progetto che mi fa sorridere. Sempre di sostanze nocive si tratta. Pensiamo solo all'effetto della combustione con i rischi per il corpo che ben conosciamo». 

Questo non vuol dire che la regolamentazione sia da demonizzare, anzi. «Può sicuramente sottrarre al mercato nero una parte del commercio della canapa, anche se non tutta. In ogni caso, in un Paese dove non si parla ancora di regolamentazione e liberalizzazione, è già qualcosa il fatto che vi siano questi progetti pilota. Sulla base dei dati che ne emergeranno saremo in grado in futuro di farci un'opinione più precisa su questo tema che, una cosa è certa, non è possibile eradicare».

«È il tempo di pensare al come» - Per De Angeli, insomma, non è il tempo di riflettere se sì o se no al consumo, quanto piuttosto di pensare a come rafforzare le misure di prevenzione e tutelare la salute dei consumatori: «Sappiamo che è una sostanza psicoattiva e che provoca rischi e danni alla salute. E sappiamo anche che parlare oggi di distinzione tra droghe leggere e pesante e non ha  più senso, visto che ci può essere un uso pesante anche delle prime (la cannabis può portare a dipendenza, disturbi psicotici, ansia, aggressività, mancata appetenza, insonnia e aggravare i casi di depressione), ma la regolamentazione può tutelare che ne fa uso, e offrire delle condizioni diverse e più equilibrate a chi vuole accedere alla sostanza».

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