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CANTONE“I cellulari non sono più solo sotto il nostro controllo”

21.01.15 - 06:02
Non tocca il telefonino nuovo, ma la fattura sale a 1.000 franchi. Il caso di una signora bellinzonese non è isolato. Il parere del ricercatore Angelo Consoli
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“I cellulari non sono più solo sotto il nostro controllo”
Non tocca il telefonino nuovo, ma la fattura sale a 1.000 franchi. Il caso di una signora bellinzonese non è isolato. Il parere del ricercatore Angelo Consoli

BELLINZONA - Acquista un telefonino nuovo, non lo tocca per tre giorni, ma intanto la fattura sale di colpo a 1.000 franchi. L’episodio accade a una 60enne di Bellinzona che ha sottoscritto con Swisscom un abbonamento a 12 franchi al mese. “Risultavano ore e ore di navigazione. Ma io su internet non ci so nemmeno entrare”, racconta la donna. Intanto dall’ACSI arriva la conferma: “Non è un caso isolato”. Sul fenomeno interviene Angelo Consoli, docente di sistemi di comunicazione e ricercatore del gruppo di sicurezza informatica presso la SUPSI.

Professore, sul dispositivo della signora di Bellinzona sarebbe stata attivata erroneamente una funzione per cui da quel momento il cellulare ha continuato a scaricare dati dalla rete. Fantascienza?      

"Accade. La signora aveva sottoscritto un abbonamento in cui internet non era compreso o era molto limitato. In questi casi, sono determinanti gli aggiornamenti del sistema, che implicano lo scaricamento di grosse quantità di dati e possono quindi sfociare in fatture da brividi. Chi stipula determinati contratti dovrebbe assicurarsi che gli aggiornamenti del cellulare avvengano solo in presenza di rete wi-fi. Qui la responsabilità è soprattutto del negoziante che dovrebbe perlomeno assicurarsi di disattivare determinate funzioni al momento della vendita del dispositivo. Il problema è serio e ha altre ramificazioni".

Vale a dire?    

"Molta gente riceve sul proprio cellulare sms legati a servizi non richiesti. Basta un click sbagliato e la fattura lievita. Andrebbero bloccate di base anche le chiamate verso numeri a tariffe maggiorate, che a volte, ad esempio a causa di virus sul cellulare, partono addirittura da sole dopo lo sfioramento dello schermo. Anche qui, considerata la ripartizione statistica degli utilizzatori di tali servizi, usati da pochi, toccherebbe agli operatori intervenire alle radici e cambiare le regole, attivando tali funzioni solo su richiesta, anziché disabilitandole dopo la preghiera di chi ha ricevuto la prima fattura salata".

E poi c’è la questione della navigazione all’estero.

"Quando si varca la dogana, la connessione dati dovrebbe essere disattivata. Ma non sempre è così. E i costi esplodono. Anche in questo caso il compito di informare il cliente spetterebbe ai venditori. La mia personale opinione è che una funzionalità che può generare costi incontrollati debba preferibilmente essere disattivata, in modo da proteggere chi non ne fa uso esplicito".      

Insomma, il cellulare di ultima generazione è comodo ma rappresenta anche un’incognita.

"Esatto. Il tuo telefono oggi è un computer e non è totalmente sotto il tuo controllo a causa della sua intrinseca complessità. E non sono solo gli anziani a essere spiazzati. Il fenomeno tocca tutti. Ci sono ad esempio genitori che stipulano abbonamenti ‘low cost’ per i figli adolescenti e poi si ritrovano a dovere pagare fatture da 300 franchi".

Come ci si può tutelare da questi problemi?

"Al momento dell’acquisto, di un contratto o di un cellulare, il consumatore dovrebbe chiedere al venditore di togliere dal cellulare tutte quelle funzioni dannose che possono riservare sgradevoli sorprese dal punto di vista dei costi. A mio modo di vedere, un buon servizio al cliente dovrebbe comprendere questo tipo di consulenza che non occupa più di 3 minuti, ma se il venditore non se ne preoccupa, che sia almeno il cliente consapevole a chiedere. Al momento è l’unica soluzione". 

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