L'Unione Europea spiega la decisione presa lo scorso 21 dicembre di rinnovare l'accesso alla Borsa svizzera per le banche europee e gli investitori per un solo anno
BERNA - L'Ue è «molto interessata ad avere una relazione buona e stabile» con la Svizzera, ed è in questo senso che va letta la decisione del 21 dicembre di rinnovare l'accesso alla Borsa svizzera per le banche europee e gli investitori, che sta quindi procedendo «senza interruzioni». Il fatto che questo sia stato garantito solo per un ulteriore anno dipende dalla scelta fatta dagli Stati membri nel 2014, quando chiesero di legarlo alla conclusione di un accordo quadro istituzionale.
È la spiegazione fornita dalla Commissione Ue dopo le tensioni con Berna. I negoziati sono al momento in salita. «Si tratta di un quadro istituzionale molto specifico» per i rapporti Ue-Svizzera, e la decisione di «non garantire un ulteriore accesso al mercato finanziario sino a che l'accordo istituzionale sia in piedi» è una «posizione decisa nel 2014» dal Consiglio degli affari generali, ha spiegato una portavoce Ue.
In ogni caso, in base alle regole attuali, la valutazione sull'equivalenza per l'accesso alle borse di Paesi terzi viene condotta dalla Commissione «Paese per Paese in base ai suoi meriti». E, quindi, secondo Bruxelles non c'è discriminazione nei confronti di Berna.
Il Consiglio federale è di tutt'altra opinione. La Svizzera adempie le condizioni per il riconoscimento dell'equivalenza delle borse, esattamente come gli altri Paesi terzi che hanno ricevuto un riconoscimento senza limiti temporali, ha detto la presidente della Confederazione uscente Doris Leuthard, il 21 dicembre in una conferenza stampa al termine di una seduta straordinaria dell'esecutivo. Le borse di Stati Uniti, Hong Kong e Australia hanno ottenuto l'equivalenza, «pertanto riteniamo che il riconoscimento limitato nel tempo costituisca una chiara discriminazione della Svizzera».
«Anche il fatto di vincolare questo dossier tecnico alle questioni istituzionali risulta inopportuno e inaccettabile», ha aggiunto Leuthard. Il Consiglio federale si riserva quindi il diritto di rivalutare la seconda tranche del contributo all'allargamento a beneficio dei Paesi dell'Europa dell'Est. Ha inoltre incaricato il Dipartimento delle finanze di presentare in tempi brevissimi - entro la fine di gennaio - delle proposte per rafforzare la piazza finanziaria e borsistica, valutando in particolare l'abolizione della tassa di bollo.