Il consigliere nazionale leghista ha presentato una mozione per chiedere l’uscita dall’organizzazione internazionale: «La presenza della Svizzera non è più compatibile con la neutralità»
BERNA - Lorenzo Quadri ha inoltrato al Consiglio federale una mozione in cui chiede l’uscita della Svizzera dall’Unesco, un’organizzazione definita «negazionista ed in balia di interessi politici di parte». Una presenza del nostro Paese, per Quadri, «non è più compatibile con la neutralità».
Le motivazioni addotte dal consigliere nazionale leghista sono diverse e vanno dalla decisione dell’Unesco (2016) «pilotata politicamente» di votare una risoluzione denominata “Palestina Occupata”, che prevede di considerare Gerusalemme Est e l’area della moschea di Al-Aqsa esclusivamente arabe, a quella del 2017 assegnando la tomba ad Hebron dei patriarchi ebrei Abramo, Isacco e Giacobbe al patrimonio islamico, ciò che ha provocato l’uscita dall’organizzazione internazionale degli USA e di Israele. Per Quadri un «tentativo di cancellamento di tremila anni di storia», visto che i primi ad insediarsi in quelle terre furono gli ebrei, seguiti dai cristiani e solo in terza battuta dai musulmani.
«Nei giorni scorsi, per contro, il presidente USA Donald Trump ha riconosciuto Gerusalemme capitale d’Israele. Quella compiuta dall’UNESCO è un’operazione di negazionismo, che dimostra come tale organizzazione, ben lontana dall’essere equanime ed oggettiva, sia invece in balia di gruppi di interesse particolari, e come tale persegua una linea politica filo islamica, filo palestinese ed anti israeliana. Una linea in cui la Svizzera (neutrale) non si può riconoscere», commenta Quadri, che propone dunque che la Svizzera, seguendo l’esempio degli Usa e di Israele, esca dall’Unesco. «Uscita che comporterebbe inoltre un risparmio di oltre 3.7 milioni di Fr annui (3,742 mio a Preventivo 2018)», conclude.