Il Consiglio federale ha respinto una mozione sottoscritta da una quarantina di consiglieri nazionali
BERNA - Nelle campagne per le votazioni, i comitati d'iniziativa e referendari non devono per forza avere lo stesso tempo di parola in televisione del Consiglio federale. Il governo respinge una mozione sottoscritta da una quarantina di consiglieri nazionali di destra e sinistra che chiede parità di trattamento.
Al contrario di iniziativisti e referendari, l'esecutivo rende nota la sua posizione ufficiale in televisione e in questo modo può influenzare gli elettori, sottolinea l'autore della mozione, Roger Golay (MCG/GE), aggiungendo che la SSR non deve essere al servizio del governo.
Nella sua risposta pubblicata oggi, quest'ultimo si dice impotente in materia: non esercita alcuna influenza sui programmi della SSR. I suoi interventi televisivi e radiofonici si basano sull'obbligo costituzionale di informare i cittadini sugli oggetti in votazione.
Contrariamente al Consiglio federale, i comitati non sono tenuti per legge a informare in modo oggettivo e a rispettare il principio di trasparenza e proporzionalità. Sono dunque più liberi e dispongono vari strumenti per fare campagna.