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BERNASorveglianza delle comunicazioni via cavo, ricorso al TAF

31.10.17 - 11:58
Secondo gli oppositori la sorveglianza non rispetta né il principio della presunzione di innocenza né quello di proporzionalità
Keystone
Sorveglianza delle comunicazioni via cavo, ricorso al TAF
Secondo gli oppositori la sorveglianza non rispetta né il principio della presunzione di innocenza né quello di proporzionalità

BERNA - La sorveglianza delle comunicazioni via cavo è una questione di cui dovrà occuparsi il Tribunale amministrativo federale (TAF): gli oppositori hanno inoltrato un ricorso dopo che l'intelligence non è entrata in materia su una loro richiesta di abbandono dell'applicazione.

La nuova legge federale sulle attività informative (LAIn) - accolta in votazione popolare il 25 settembre del 2016 ed entrata in vigore il primo di settembre scorso - permette al Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC) di spiare le comunicazioni via cavo. I flussi di dati possono essere captati e passati al setaccio secondo alcune parole scelte; se il lemma in questione è rilevato la comunicazione è esaminata più attentamente. Le nuove norme tuttavia non danno carta bianca al SIC.

Secondo un comunicato odierno dell'organizzazione "Digitale Gesellschaft" la legge consente però una sorveglianza di massa, senza ragione e a prescindere da sospetti, che viola pesantemente il diritto fondamentale alla protezione della sfera privata. Inoltre è svuotato da ogni efficacia il segreto professionale di avvocati, medici e giornalisti.

D'altro canto - aggiungono gli oppositori - la sorveglianza delle comunicazioni via cavo non rispetta né il principio della presunzione di innocenza né quello di proporzionalità.

Alla fine di agosto "Digitale Gesellschaft" ha quindi inoltrato un'istanza all'intelligence elvetica chiedendo di tralasciare tale sorveglianza. La nota odierna riferisce che il SIC non ha ritenuto necessario entrare in materia sul contenuto, poiché, a suo parere, "è palese che l'attuazione delle misure di legge non infranga alcuno dei diritti fondamentali garantiti dalla Costituzione o dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali (CEDU)".

"Digitale Gesellschaft" oggi ha di conseguenza inoltrato un ricorso contro la sorveglianza delle comunicazioni via cavo all'alta corte con sede a San Gallo.

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