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BERNANuova guardia di frontiera UE, al via le consultazioni

12.10.16 - 11:26
Le norme puntano a una maggiore protezione delle frontiere. Tra gennaio e novembre 1,5 milioni di persone hanno varcato illegalmente i confini europei
TiPress
Nuova guardia di frontiera UE, al via le consultazioni
Le norme puntano a una maggiore protezione delle frontiere. Tra gennaio e novembre 1,5 milioni di persone hanno varcato illegalmente i confini europei

BERNA - Il Consiglio federale ha avviato oggi una consultazione sul recepimento del regolamento Ue che istituisce la nuova guardia di frontiera e costiera europea. Le norme fungono da base per una maggiore protezione delle frontiere esterne. I costi per la Confederazione triplicheranno entro il 2020.

Nel 2015 l'Unione europea (Ue) ha subìto fortissime pressioni alle sue frontiere. In base alle stime, tra gennaio e novembre 1,5 milioni di persone hanno attraversato illegalmente tali confini, si legge in un comunicato governativo. I movimenti hanno spinto diversi Stati Schengen a reintrodurre i controlli ai propri confini.

Per la sopravvivenza dell'area Schengen senza confini interni è necessario che quelli esterni siano assicurati e protetti in modo efficace. Per questo l'Ue vuole rafforzare la protezione con un sistema composto dalla nuova Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (Frontex) e dalle autorità competenti per la gestione dei confini di ogni singolo Stato.

Il compito principale sarà quello di attuare la gestione europea integrata delle frontiere, conformemente al principio della responsabilità condivisa. Ciò significa che gli Stati Schengen rimangono i principali responsabili della gestione delle proprie frontiere esterne.

Frontex avrà a disposizione una riserva di guardie di frontiera (riserva di reazione rapida) e attrezzatura tecnica. Se alle frontiere esterne si verifica una situazione critica è possibile inviare queste squadre.

Il ruolo della Svizzera - L'applicazione del regolamento in Svizzera compete all'Amministrazione federale delle dogane (AFD), in particolare al Corpo delle guardie di confine (Cgcf), che funge già da punto di contatto nazionale per Frontex.

La Confederazione non è direttamente coinvolta nelle azioni urgenti in caso di crisi, poiché non possiede alcuna frontiera esterna e dispone di una buona sorveglianza degli aeroporti internazionali. La Svizzera sarà però tenuta a partecipare a operazioni sul territorio di un altro Stato Schengen.

La fattura elvetica dovrebbe triplicare da qui al 2020. Il contributo di Berna a Frontex passerà progressivamente, secondo le stime del governo, da 4,6 milioni di euro (dato del 2015, circa 5 milioni di franchi) a 14,2 milioni di euro nel 2020.

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