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BERNAI pedofili non lavoreranno più con minorenni. Tranne eccezioni

03.06.16 - 11:02
Eccezioni sono previste unicamente per i casi di "esigua gravità"
Fotolia
I pedofili non lavoreranno più con minorenni. Tranne eccezioni
Eccezioni sono previste unicamente per i casi di "esigua gravità"

BERNA - Le persone condannate per pedofilia saranno automaticamente escluse da qualsiasi attività svolta a contatto con minorenni. Eccezioni sono previste unicamente per i casi di "esigua gravità". È quanto prevede il messaggio sull'applicazione dell'iniziativa popolare "Affinché i pedofili non lavorino più con fanciulli" trasmesso oggi dal Consiglio federale al Parlamento.

Il testo, accolto il 18 maggio 2014, chiede che chi è condannato per aver leso l'integrità sessuale di un fanciullo o di una persona dipendente sia definitivamente privato del diritto di esercitare un'attività professionale od onorifica a contatto con minorenni o persone dipendenti.

Per tener conto dei principi costituzionali relativi allo Stato di diritto e in particolare del principio della proporzionalità, il governo propone eccezioni per i casi di esigua gravità, in particolare per le relazioni adolescenziali. In questo modo, sottolinea il governo, si è tenuto conto delle intenzioni dei promotori dell'iniziativa.

Senza tale clausola, il divieto varrebbe anche per la commessa di un'edicola che vende una rivista pornografica a un minorenne o per un ragazzo di 20 anni che intrattiene una relazione amorosa con una 15enne (i semplici baci con la lingua sono considerati "atti sessuali con fanciulli").

C'è poi il problema dato dalle nuove tecnologie: se su WhatsApp giovani di età compresa tra 15 e 18 anni condividono in un gruppo un video con contenuti pornografici girato da altri compagni di scuola con meno di 16 anni, tutti i partecipanti alla discussione, indipendentemente dall'età, sono condannabili per pornografia se non hanno cancellato immediatamente il video.

Nel messaggio, il governo ricorda il caso avvenuto nel dicembre 2012 quando un ragazzo aveva pubblicato su Facebook il video molto esplicito di una sua ex amica, di meno di 16 anni, mentre si masturbava con una bottiglia di tè freddo. Alcuni giovani, che avevano memorizzato il filmato sul loro cellulare, sono stati condannati per pedofilia. In un caso simile la disposizione derogatoria permetterà al giudice di astenersi dal pronunciare l'interdizione di lavorare con bambini.

Il governo propone anche che il condannato, trascorso almeno un periodo di esecuzione pari a dieci anni, possa chiedere un riesame dell'interdizione. Questa può essere abolita o diminuita a determinate condizioni, ma solo se non sussiste alcun rischio che l'autore possa sfruttare un'attività per commettere altri reati sessuali. Il riesame è escluso per i condannati considerati pedofili dal punto di vista psichiatrico: per loro il divieto è sempre a vita.

L'interdizione sarà iscritta nell'estratto del casellario giudiziale e in un nuovo estratto specifico per privati, in modo che i datori di lavoro o le associazioni possano verificare se un candidato è idoneo. Inoltre i condannati saranno controllati mediante l'assistenza riabilitativa.

Nelle nuove disposizioni è stato integrato anche il divieto di svolgere attività extra-professionali in seno ad associazioni o altre organizzazioni e di avere contatti e accedere ad aree determinate. Oltre che dai reati sessuali, questo divieto tutela le persone anche dalla violenza domestica.

La normativa proposta inasprisce in definitiva il diritto vigente sotto tre aspetti: amplia l'elenco dei reati, non tiene conto della pena minima inflitta e impone al giudice di pronunciare sempre l'interdizione obbligatoria a vita. Il disegno di legge applica inoltre agli autori considerati pedofili condizioni particolarmente severe dal momento che per questi casi esclude categoricamente il ricorso alla disposizione derogatoria e anche alla possibilità di un riesame dell'interdizione.



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