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BERNA«Cooperazione internazionale 2017-2020», stanziati 11,11 miliardi

02.06.16 - 13:36
Dal punto di vista geografico il governo ha posto l'accento sul Nordafrica e il Medio Oriente
foto TiPress
«Cooperazione internazionale 2017-2020», stanziati 11,11 miliardi
Dal punto di vista geografico il governo ha posto l'accento sul Nordafrica e il Medio Oriente

BERNA - L'aiuto allo sviluppo deve disporre per gli anni 2017-2020 di una somma di 11,11 miliardi di franchi. Lo ha deciso oggi il Consiglio nazionale approvando il progetto chiamato "Cooperazione internazionale 2017-2020". Bocciate tutte le proposte di aumentare o ridurre tale credito. Il dossier passa ora agli Stati.

Durante il dibattito di entrata in materia, il PPD e e l'UDC hanno chiesto di rinviare il progetto al Consiglio federale. I due partiti hanno criticato la presunta mancanza di un orientamento strategico e la dispersione dei fondi. La Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) ha una lista di 20 paesi prioritari, ma la Svizzera sostiene oltre 100 nazioni, ha sostenuto Kathy Riklin (PPD/ZH).

Per Roger Köppel (UDC/ZH), i miliardi spesi ogni anno in questo settore non hanno portato alcun beneficio. "L'arrivo quotidiano di migliaia di migranti africani è la dimostrazione del fallimento dell'aiuto allo sviluppo", ha sostenuto lo zurighese. "Bisogna avere il coraggio di abbandonare l'Africa affinché si possa sviluppare da sé".

Con 103 voti contro 85 e 6 astenuti, la Camera del popolo ha però respinto la proposta di rinviare il dossier al governo. Durante il lunghissimo dibattito che ne è seguito, il Nazionale ha discusso di diverse proposte di aumentare o ridurre il credito. Alla fine è stata accettata la proposta del governo che prevede un contributo totale pari allo 0,48% del PIL, ossia 11,11 miliardi di franchi.

In dettaglio, la cooperazione tecnica riceverà 6,6 miliardi, l'aiuto umanitario 2 miliardi, la Segreteria di Stato dell'economia (SECO) 1,14 miliardi di franchi e l'aiuto alla transizione negli Stati dell'Europa dell'Est 1,04 miliardi. Ulteriori 230 milioni andranno alla promozione della pace.

Durante le discussioni, democentristi e liberali-radicali hanno chiesto a più riprese di abbassare queste somme. La proposta del PLR di abbassare l'aiuto allo sviluppo allo 0,45% del PIL, pari a 430 milioni di franchi in meno, è stato bocciata con 98 voti contro 93 e un astenuto.

Bocciata - con 101 voti contro 83 e un astenuto - anche la proposta dell'UDC di abbassare la quota allo 0,40% del PIL, pari a un risparmio di 1,6 miliardi di franchi. I due partiti di destra hanno sottolineato l'importanza di stabilizzare l'ammontare dei contributi. Alcuni deputati hanno anche ricordato la situazione di incertezza che pesa sulle finanze federali.

Il centro e la sinistra hanno però replicato ricordando che la Svizzera ha preso degli impegni per lottare contro le crisi umanitarie e climatiche. Gli 11,11 miliardi di franchi corrispondono a un investimento di soli 92 centesimi al giorno per abitante, ha sottolineato il ministro degli esteri Didier Burkhalter.

La Camera ha poi anche bocciato anche gli interventi dello schieramento rosso-verde volti ad aumentare i fondi destinati all'aiuto allo sviluppo. La proposta di Carlo Sommaruga (PS/GE) di portare la quota rispetto al PIL allo 0,7% entro il 2028, in linea con gli obiettivi fissati dall'ONU, è stata respinta con 127 voti contro 63 e un astenuto. Burkhalter ha affermato che lo 0,7% resta un "obiettivo strategico a lungo termine", ma attualmente impossibile da realizzare a causa delle prospettive finanziarie incerte.

Il Nazionale ha poi accolto una proposta in cui si chiede che i programmi e i progetti di aiuto allo sviluppo integrino "per quanto possibile gli elementi della politica migratoria". L'idea di versare gli aiuti solo ai Paesi che "cooperano di principio con la Svizzera nell'ambito della politica d'asilo e migratoria" è invece stata bocciata con 97 voti contro 92 e 2 astensioni.

 

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