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ZURIGOUn macellaio tradisce i suoi clienti con finta carne di manzo

10.09.14 - 10:27
Il distributore vendeva carne di cavallo spacciandola per carne di manzo, e frodava anche sul pesce. I prodotti erano stati consegnati persino a una filiale Denner
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Un macellaio tradisce i suoi clienti con finta carne di manzo
Il distributore vendeva carne di cavallo spacciandola per carne di manzo, e frodava anche sul pesce. I prodotti erano stati consegnati persino a una filiale Denner

ZURIGO - Si torna a parlare di frode alimentare e, ancora una volta, si tratta di carne di cavallo al posto di quella di manzo. L'autore della frode è però stato smascherato, nel canton Zurigo.

Diversi test effettuati dal programma "Kassensturz", della televisione tedesca SRF, hanno rivelato che le carni vendute da un macellaio di Hausen am Albis (ZH), invece che di manzo, erano in realtà di cavallo, molto più economico.

"Non ho mai mangiato carne di cavallo. Mi fa male!", Anna è sconvolta. È stata lei ha contattare la trasmissione in quanto sosteneva che la carne non avesse il solito sapore.

Di fronte a questi risultati, il gerente ha scaricato la colpa su un dipendente che lavorava da poco nella macelleria: "Quando non c'era abbastanza carne bovina, utilizzava la carne di cavallo per fare fette di manzo marinato".

Una spiegazione che non ha convinto il laboratorio che ha effettuato le analisi: "Non abbiamo trovato alcuna traccia di manzo! Se il dipendente avesse usato precedentemente la carne di manzo, prima di ricorrere al cavallo, ce ne sarebbero state tracce", spiega Adrian Härri di Biolytix .

Per giunta tale carne marinata non è stata venduta solo alla gente di Hausen am Albis, ma anche a una filiale Denner a Kappel am Albis, altro comune del canton Zurigo. Contattato da "Kassensturz" il distributore ha risposto immediatamente: "Abbiamo rimosso la carne dai nostri scaffali".

Ulteriori test mostrano che la frode nella suddetta macelleria non riguardava solo la carne ma anche il pesce. Il macellaio ha spacciato pangasio economico per luccioperca. Di fronte a questo ennesimo "sbaglio" il macellaio si è difeso parlando di un errore di etichettatura. "Incomprensibile - esordisce Rolf Etter, del laboratorio cantonale -. Doveva immaginare che prima o dopo qualcuno se ne sarebbe accorto".

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