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VALLESEIl Cantone interviene nel caso Alkopharma

15.01.18 - 15:24
Lo Stato nel Vallese intende intervenire per assicurarsi che la Banca cantonal, che ha concesso un credito all'azienda, abbia rispettato tutte le disposizioni legali
Il Cantone interviene nel caso Alkopharma
Lo Stato nel Vallese intende intervenire per assicurarsi che la Banca cantonal, che ha concesso un credito all'azienda, abbia rispettato tutte le disposizioni legali

SION - Lo Stato nel Vallese intende intervenire nella vicenda Alkopharma per assicurarsi che la Banca cantonale del Vallese (BCVs), che ha concesso un credito all'azienda, abbia rispettato tutte le disposizioni legali.

Stando alla stampa domenicale, la BCVs aveva concesso un prestito di 85 milioni di franchi alla Alkopharma, poi fallita nel 2013. La banca avrebbe perso 17 milioni di franchi.

Il Matin Dimanche ha evocato un conflitto di interessi per il legame di amicizia fra il presidente del consiglio di amministrazione e il proprietario di Alkopharma. Ieri la BCVs ha affermato di rispettare rigorosamente le prescrizioni per quanto riguarda la gestione dei crediti e che l'utile è in costante crescita. La banca non commenta né l'esistenza, né l'assenza di relazioni con terzi, ha aggiunto.

Il cantone, azionista di maggioranza della BCVs, non può intervenire nella gestione operativa della banca, indica un comunicato. Il capo del Dipartimento delle finanze Roberto Schmidt scriverà ai rappresentanti del cantone nel consiglio di amministrazione affinché verifichino il rispetto del diritto e informino il governo.

La Alkopharma nel 2005 ha concluso un contratto con un laboratorio tedesco per la fornitura del medicinale Thiotepa che ha poi rivenduto in Svizzera e in Francia falsificando le date di scadenza. La coppia proprietaria della ditta e due altri dirigenti sono stati condannati a pene pecuniarie e a multe per aver falsificato la data di scadenza di farmaci antitumorali. L'Istituto svizzero per gli agenti terapeutici (Swissmedic) ha inoltrato ricorso al Tribunale cantonale poiché i giudici di prima istanza hanno scartato il reato di "esposizione a pericolo della vita o salute altrui".

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