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ZUGOAppropriazione indebita, Romer si batte in appello

14.12.17 - 15:16
L'ex municipale del PLR è stato condannato in prima istanza a 4 anni e mezzo
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Appropriazione indebita, Romer si batte in appello
L'ex municipale del PLR è stato condannato in prima istanza a 4 anni e mezzo

ZUGO - L'ex municipale di Zugo Ivo Romer (PLR), condannato in prima istanza a quattro anni e mezzo di detenzione per appropriazione indebita, si batte al processo d'appello per un'assoluzione. La pubblica accusa chiede invece di aumentare la pena di quasi un anno.

Al processo davanti al Tribunale cantonale si è arrivati in seguito ad un ricorso dell'ex politico che sino alla fine del 2012 era stato responsabile delle finanze della città di Zugo. Il dibattimento continuerà fino a domani, ma ancora non si sa quando sarà resa nota la sentenza.

Lo scorso mese di febbraio, il Tribunale penale di Zugo ha giudicato Romer colpevole di appropriazione indebita per un importo di oltre 3,8 milioni di franchi, oltre che di amministrazione infedele e falsità in documenti.

Il 53enne, che si è sempre dichiarato innocente, era stato nominato unico responsabile di una fondazione creata da un'anziana signora donna, deceduta nel 2011 all'età di 96 anni.

L'ex municipale ha amministrato i beni della donna a partire dal 2006, quando aveva in dotazione quasi 7 milioni di franchi. Al momento del decesso, sul conto della signora erano rimasti soltanto 16'000 franchi, mentre l'intero patrimonio della fondazione era svanito nel nulla.

Nel primo giorno del processo, il giudice ha chiesto all'imputato se la donna era stata informata delle transazioni. Come già davanti alla prima istanza, Romer si è per la maggior parte avvalso della facoltà di non rispondere. Per questo la prima istanza sie era dovuta basare soltanto sugli indizi ed aveva ritenuto soltanto una parte della accuse.

In prima istanza l'ex municipale - che oggi ha definito le accuse che gli vengono rivolte delle "fesserie" - era stato obbligato a rimborsare quasi 2 milioni di franchi agli eredi della donna e altri 1,8 milioni alla fondazione. Per evitare una fuga all'estero, il tribunale aveva anche ordinato il ritiro del passaporto.

Tutte le transazioni e tutti i versamenti furono eseguiti su espressa richiesta dell'anziana signora, giudicata pienamente capace di intendere e di volere al momento dell'affidamento dell'incarico: questa la tesi della difesa, che anche in questo processo ha intenzione di chiedere l'assoluzione del suo assistito da tutte le imputazioni.

Di tutt'altra opinione le due procuratrici, secondo le quali l'imputato ha agito per «pura avidità», utilizzando quei soldi per finanziarsi un alto standard di vita e per finanziare progetti in cui fungeva da mecenate.

La pubblica accusa chiede di condannare l'ex politico anche per riciclaggio di denaro: un'accusa da cui Romer era stato prosciolto in prima istanza, ma che secondo il Ministero pubblico sarebbe comprovata dai trasferimenti di denaro su un conto estero e da altri tentativi di occultamento.

La vicenda divenne di dominio pubblico nel novembre del 2012, quando il settimanale "Weltwoche" riferì dell'inchiesta. Ivo Romer si dimise dall'incarico di municipale alla fine del 2012. Il procedimento portò a diverse perquisizioni, compresa quella della società di consulenza dell'indagato. Nel 2014, il rapporto di una commissione parlamentare d'inchiesta (CPI) escluse che i colleghi di municipio avessero intenzionalmente chiuso un occhio sulla vicenda.

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