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SVIZZERAConcluso il processo Behring, la sentenza il 30 settembre

30.06.16 - 16:08
Il finanziere basilese è accusato di aver truffato con un sistema piramidale 2000 investitori per complessivi 800 milioni di franchi
TiPress
Concluso il processo Behring, la sentenza il 30 settembre
Il finanziere basilese è accusato di aver truffato con un sistema piramidale 2000 investitori per complessivi 800 milioni di franchi

BELLINZONA - Si è concluso oggi a Bellinzona a un mese esatto dall'inizio il processo contro Dieter Behring, finanziere basilese accusato di aver truffato con un sistema piramidale 2000 investitori per complessivi 800 milioni di franchi tra il 1998 e il 2004. Per la sentenza del Tribunale penale federale (TPF) bisognerà attendere altri tre mesi, fino al 30 settembre.

Nell'udienza odierna si sono concluse le arringhe della difesa, che ha chiesto l'archiviazione del caso, o alternativamente il proscioglimento dell'imputato, e c'è stata la replica del pubblico ministero Tobias Kauer, che ha domandato contro Behring sei anni e nove mesi di reclusione per truffa per mestiere e riciclaggio di denaro.

Prendendo la parola per l'ultima volta, Behring ha lodato il difensore d'ufficio Roger Lerf, ringraziandolo per il suo lavoro che ha riconosciuto di avere "a lungo sottostimato". Lerf ha pronunciato un'accorata arringa di più ore sull'arco di due giorni, in cui ha tentato di smontare nei dettagli le accuse del pubblico ministero.

Le lodi nei suoi confronti contrastano con le critiche fatte nei primi giorni del processo dallo stesso Behring e dal suo avvocato privato Bruno Steiner. A Lerf i due avevano rimproverato di aver assicurato la difesa in modo insufficiente.

Riprendendo affermazioni di persone lese o altrimenti implicate nella vicenda, nella sua arringa Lerf ha tentato di dimostrare che molti investitori avevano deciso di affidare il loro denaro non a Behring ma agli intermediari che gravitavano attorno a lui. Spesso, gli intermediari conoscevano i clienti da diversi anni e avevano stretti contatti con loro. Lerf ha anche criticato il comportamento degli investitori: troppo spesso - ha sostenuto - non sapevano o non volevano sapere dove andava il loro denaro.

L'avvocato d'ufficio ha una volta ancora fustigato la strategia adottata dal Ministero pubblico della Confederazione, che nel 2012 aveva deciso di concentrare le sue attenzioni sul solo Behring emettendo decreti di abbandono del procedimento nei confronti di altri nove coimputati. Mentre Behring ha trascorso diversi mesi in detenzione preventiva gli intermediari sono stati rimessi in libertà dopo poche ore, ha rilevato il difensore.

La Procura federale, ha detto Lerf, dovrebbe riaprire i procedimenti contro gli ex coimputati. Non è possibile - ha sostenuto - che il solo Behring abbia organizzato e gestito una simile "costruzione" di conti e di società, ha sostenuto l'avvocato d'ufficio.

Ancora più severo di Lerf era stato il difensore privato Bruno Steiner. All'inizio del processo aveva chiesto l'interruzione dello stesso, esternando il sospetto che nel 2012 il TPF e il Ministero pubblico della Confederazione, per facilitarsi il compito, avessero trovato un'intesa per portare avanti il procedimento penale solo nei confronti di Behring, lasciando cadere quelli avviati e già allo stadio di atto d'accusa contro le altre nove persone implicate.

Steiner aveva addirittura annunciato una denuncia penale contro il procuratore generale della Confederazione Michael Lauber e il procuratore federale titolare del caso Tobias Kauer per abuso di autorità, denuncia mendace e sviamento della giustizia. Lauber, ascoltato come teste il 6 giugno, ha respinto gli addebiti e ha spiegato che la decisione di concentrare l'attenzione sul solo Behring è stata presa nell'intento di accelerare la procedura e di evitare che i reati contestatigli cadessero in prescrizione.

Nella sua requisitoria, il pubblico ministero Kauer ha rilevato che tutti gli indizi convergono nell'indicare che il "sistema Behring" con promesse di rendite a due cifre era un sistema truffaldino piramidale - come il collaudato "schema Ponzi" analogo alla "catena di Sant'Antonio" - che fa guadagnare i primi arrivati per lasciare sul lastrico tutti quelli che seguono. Egli ha anche rilevato che la firma di Behring figurava in modo costante nei documenti presentati al processo.

Il procuratore ha giustificato la lunghezza del procedimento adducendo la complessità del caso e il comportamento "ostruttivo" dell'imputato. La difesa ha invece denunciato una violazione del principio di celerità da parte del Ministero pubblico della Confederazione.

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